mercoledì 29 agosto 2012

Alimentazione: Italia spreca 12,3 mld euro di cibo l’anno.

Piu’ di meta’ puo’ essere recuperato e dato a chi ha fame.

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Ogni anno in Italia vengono buttati via 12,3 miliardi di euro di cibo, di cui la meta' direttamente dai consumatori (6,9 miliardi). Si tratta di 42 kg a persona di avanzi non riutilizzati e alimenti scaduti o andati male, per uno spreco procapite di 117 euro l'anno. Eppure, gia' oggi quasi 1 miliardo di euro di cibo viene recuperato; l'obiettivo e' ora recuperarne altri 6 miliardi, per portare questi alimenti sulla tavola di chi non ne ha a sufficienza. A dirlo e' l'indagine ''Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari come opportunita''' realizzata da Fondazione per la Sussidiarieta' e Politecnico di Milano in collaborazione con Nielsen Italia. Secondo gli esperti, la ragione principale di tutto questo spreco e' ''il disallineamento tra domanda e offerta e la non conformita' del prodotto a standard di mercato''. Questo e' vero soprattutto a livello domestico, anche se nell'insieme ''le imprese della filiera generano piu' eccedenza delle famiglie''. Ad oggi, gran parte dell'eccedenza alimentare ''non viene recuperata per il consumo umano. Solo una piccola parte, poco piu' del 6%, e' donata alle cosiddette 'banche del cibo' e ad enti caritativi''. Lo spreco di cibo in Italia e' pari a 5,5 milioni di tonnellate/anno, ossia il 92,5% dell'eccedenza e il 16% dei consumi.

Eppure, spiega Alessandro Perego, docente di logistica al Politecnico di Milano e curatore della ricerca, ''quasi il 50% delle eccedenze generate nella filiera agroalimentare e' recuperabile per l'alimentazione umana con relativa facilita', se lo si vuole realmente fare. Certo, occorre un gioco di squadra in cui tutte le aziende della filiera collaborano, in un contesto normativo che tenda a garantire la qualita' senza creare inutile burocrazia''.

''L'indagine - sottolinea Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarieta' - mostra che la collaborazione tra istituzioni, filiera agroalimentare e realta' non profit quale il Banco Alimentare e' fondamentale per rispondere al bisogno alimentare di tante persone indigenti. Nessuna crisi e nessuno spreco si vincono con la bacchetta magica o con proclami, ma con un lavoro che richiede collaborazione ed educazione''.

Il recupero degli sprechi alimentari e la collaborazione con le 'banche del cibo' sono una questione rilevante per le imprese coinvolte: ''Siamo molto sensibili al tema delle eccedenze - dice Manuela Kron, direttore corporate affairs Nestle' In Italia - che per un'azienda alimentare leader come la nostra rappresentano uno spreco per ben tre volte: costano quando vengono create, quando devono essere distrutte e perche' non possono piu' fare cio' per cui sono nate, ovvero nutrire le persone. Per questo, da anni in Italia collaboriamo strettamente con il Banco Alimentare, partner che ci permette di non sprecare e di far diventare una risorsa preziosa per gli altri le nostre eccedenze, mettendo a disposizione dell'Associazione alimenti di ottima qualita' ed edibili ma che per varie ragioni non possono piu' essere venduti. Auspichiamo che sempre piu' aziende alimentari scelgano di organizzarsi in questa direzione, partendo dalle linee guida ben disegnate da questa indagine".

''Se da un lato i risultati ci allarmano, per i volumi di spreco evidenziati - conclude Andrea Giussani, presidente di Fondazione Banco Alimentare Onlus - dall'altro ci rassicurano sulle scelte intraprese e ci stimolano a dare il massimo. Questa ricerca rappresenta anche una finestra sulla realta' per tutti gli attori della filiera agroalimentare, industrie e distributori in primis, e mi auguro li stimoli a considerare sempre piu' strategico il donare le proprie eccedenze a chi con costanza e continuita' quotidianamente combatte la poverta' e il disagio sociale attraverso il loro recupero e la redistribuzione''.

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