giovedì 4 ottobre 2012

Regione Umbria, il Prc presenta una proposta di legge per l'uso terapeutico dei cannabinoidi

PERUGIA - “Dare attuazione al diritto alla salute per i pazienti che hanno la necessità di assumere, previa corretta prescrizione medica, farmaci a base di derivati della cannabis, attraverso la rimozione degli ostacoli di carattere burocratico e normativo che ancora oggi ne limitano la prescrivibilità e ne impediscono l’uso a scopi terapeutici”. È l'obiettivo di una proposta di legge del capogruppo regionale di Rifondazione comunista per la Federazione della sinistra, Damiano Stufara che prevede precise “Disposizioni per la somministrazione ad uso terapeutico dei cannabinoidi e dei farmaci contenenti i principi attivi della cannabis”.

Sostanzialmente, come lo stesso Stufara spiega nella relazione illustrativa dell'atto, la proposta si propone di dare “pieno seguito alle 'Linee di indirizzo alle Aziende sanitarie su: servizi di cure palliative; servizi di terapie del dolore', nel duplice obiettivo di rendere accessibili i farmaci cannabinoidi e di sviluppare la ricerca su queste sostanze, che alla luce di numerosi studi scientifici si dimostrano efficaci non solo nella terapia del dolore, ma anche nel ridurre e controllare importanti sintomi di altre patologie rilevanti dell’apparato articolare, di malattie croniche autoimmuni, di flogosi croniche di natura degenerativa, ecc. Altro scopo – continua -, secondario, ma non irrilevante, è quello di monitorare l’uso dei derivati della cannabis, su cui pesa, complice la fallimentare strategia proibizionistica avanzata dal dopoguerra ad oggi da parte di tutti i governi occidentali, inclusi quelli italiani, una grave disinformazione”.

Stufara non manca di ripercorrere importanti tappe storiche relative all'uso terapeutico dei cannabinoidi, ricordando che “a rappresentare un autentico spartiacque nell'utilizzo moderno in medicina della cannabis è la decisione del 1937 del governo americano di considerare la cannabis alla stregua delle altre sostanze proibite (l'oppio e la coca), a cui fa seguito pochi anni dopo (1941) la cancellazione dalla farmacopea ufficiale americana. La legislazione e la medicina ufficiale di tutto il mondo si allinearono rapidamente alle decisioni del governo americano, e la Cannabis fu praticamente dimenticata da farmacologi e medici.

Ad oggi – rimarca il capogruppo di Prc-fds - sono circa 17mila gli studi scientifici attestanti la validità dell’uso terapeutico della cannabis a fronte di nessuna dimostrazione di danni collaterali significativi. Le uniche affermazioni contrarie infatti provengono da organi privi di competenza diretta in materia. Un dato – commenta – che dovrebbe di per sé far comprendere quanto le limitazioni all'uso della cannabis siano collegate alle scelte politiche proibizioniste finalizzate ad impedirne l’uso in generale, piuttosto che ad una valutazione oggettiva delle proprietà di questa sostanza. A fronte di tale realtà esistono norme internazionali che riconoscono la validità della terapia con cannabis e ne promuovono l’uso medico”.

Stufara evidenzia come attualmente “fra le Regioni italiane si è dimostrato un nuovo e notevole dinamismo sul fronte dell'applicazione terapeutica dei farmaci cannabinoidi. La Regione Toscana – spiega - nel maggio del 2012 ha approvato un'apposita Legge regionale per disciplinare l'utilizzo dei farmaci cannabinoidi a scopo terapeutico, seguita a settembre dalla Regione Veneto. Analoga proposta di legge è stata avanzata nella Regione Abruzzo. La nostra iniziativa legislativa – continua Stufara -, assume il valore ed il rispetto dell’art. 32 della Costituzione Italiana e si inserisce in un contesto di revisione critica dei pregiudizi di tipo proibizionistico riguardo all’uso terapeutico della cannabis, che avanza nei più importanti paesi sviluppati e che ha già portato importanti Stati ed alcune Regioni del nostro Paese a legiferare per agevolarne la prescrizione e favorirne e monitorarne l’uso terapeutico”.

In conclusione, Stufara rimarca che il fine della sua proposta legislativa è quello di “individuare gli operatori e le strutture sanitarie in cui possono essere prescritti la cannabis ed i suoi derivati; sviluppare la ricerca su tutti i mezzi capaci di lenire e sconfiggere il dolore ed in particolare su un tipo di sostanze che hanno dimostrato la loro efficacia nel controllo del dolore correlato a diverse patologie, soprattutto neoplastiche, e nel migliorare la qualità della vita dei pazienti terminali; organizzare e gestire la formazione di operatori sanitari degli ospedali, degli Hospice e territoriali per l’uso appropriato della terapia”.

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