venerdì 27 settembre 2013

Letta va da Napolitano: "Valuto fiducia, il centrodestra ha umiliato l'Italia".



La mossa del premier che rientra da New York. La nota del Presidente dopo l'annuncio di dimissioni degli eletti Pdl: "Fatto inquietante, applicare una sentenza è parte dello Stato di diritto". Brunetta e Cicchitto : "La nostra vicenda non influisce sulla tenuta del governo".

ROMA - Sull'agenda di Enrico Letta, di rientro oggi dagli Stati Uniti, il primo impegno segnato in rosso è l'incontro al Quirinale con Giorgio Napolitano. Un confronto necessario all'indomani di una giornata parossistica. Prima, nella mattinata di ieri, la lettera e poi la nota del Capo dello Stato che ha giudicato "inquietante" la minaccia di dimissioni di massa dei parlamentari del Pdl, in caso la Giunta di Palazzo Madama voti la decadenza di Silvio Berlusconi il 4 ottobre.

Poi, in serata, l'affondo del premier da New York: "Una vera umiliazione: mentre parlavo all'assemblea dell'Onu dove rappresentavo il Paese - ha detto il presidente del Consiglio - in sedi istituzionali del nostro Paese sono successe cose assai gravi. Quanto accaduto non ha umiliato me ma tutta l'Italia". E, a seguire, la richiesta di un chiarimento che dovrà avvenire in tempi rapidi e, continua Letta, "va fatto non nelle stanze della politica, ma davanti ai cittadini, in Parlamento". Poi, dopo aver presenziato agli ultimi impegni in terra newyorkese - due eventi per promuovere l'Expo 2015, uno al Moma e l'altro a Eataly - il premier ha preso il volo per ritornare a Roma.

La lettera aperta dei parlamentari Pdl. E mentre deputati e senatori berlusconiani raccolgono firme per rassegnare le dimissioni e i "falchi" come Daniela Santanché definiscono le parole del Capo dello Stato "arroganti" e "non imparziali", i due capigruppo del Pdl di Camera e Senato, Renato Brunetta e Renato Schifani, in una lettera aperta a Napolitano pubblicata sul Giornale assicurano che la tenuta del governo non sarà messa a rischio: "L'assemblea dei parlamentari del Pdl e la successiva decisione delle dimissioni collettive - scrivono i due capigruppo - non hanno l'obiettivo di interferire sulla vita del governo". Nell'articolo vengono confermati i "dubbi di legittimità" sulla legge Severino. "Il rifiuto di ascoltare questi dubbi -scrivono i due rappresentanti azzurri- è stato ritenuto dalla totalità dei partecipanti alla riunione dei gruppi di Forza Italia un'inaccettabile negazione dello Stato costituzionale di diritto, tale da rendere intollerabile la permanenza in un Parlamento che si dimostrasse così sordo alle ragioni della legalità. Nessuno ha voluto interferire con la vita del governo o con le decisioni del presidente del consiglio e del capo dello Stato. Desumere ulteriori intenzioni non corrisponde alle motivazioni dell'iniziativa che è e rimane -conclusono Brunetta e Schifani- rimessa alla sola libera coscienza di ciascun parlamentare di Forza Italia".

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