lunedì 28 ottobre 2013

E’ Zezi: 40 anni di rabbia suonata. Un buon anniversario


E’ Zezi: 40 anni di rabbia suonata. Un buon anniversario
Ricorre in queste settimane il quarantesimo anniversario della nascita del gruppo musicale dei E’ Zezi o meglio, come orgogliosamente si sono autodefiniti in questi decenni: “Gruppo Operaio di Pomigliano d’Arco E’ Zezi”. Nei prossimi giorni a Pomigliano ci saranno incontri e feste per ricordare degnamente questo felice tragitto umano, musicale e politico.
Dopo oltre 40 anni di attività sono ancora forti e radicate le motivazioni che il fondatore del gruppo, Angelo De Falco, diede all’inizio della loro avventura culturale e musicale. Angelo veniva dall’esperienza con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, per lui «il folk doveva essere canto di protesta, di disagio, rivoluzionario” e con questa ferma linea di condotta diede inizio all’avventura artistica e politica dei Zezi.




I tempi erano diversi da quelli odierni: Pomigliano d’Arco viveva la grande epopea della fabbrica fordista che trasformava i contadini in metal/mezzadri, le lotte percorrevano i reparti e si aprivano alle altre fabbriche ed al territorio. Nasceva quel canto e quel sound di protesta che oltre ad innervarsi nel conflitto si nutriva della cultura di un territorio ricco di tradizioni folk e di una cultura contadina fortemente caratterizzata. Oggi a Pomigliano resta la fabbrica autoritaria del modello Marchionne, un esercito di cassaintegrati e un tessuto sociale disgregato. La campagna circostante è stata, anche essa, manomessa e violentata dagli effetti del biocidio capitalista che attacca le forme di vita nei nostri territori.


In questi quattro decenni E Zezi hanno prodotto una grande quantità di dischi e di spettacoli alcuni dei quali apprezzati anche fuori dal tradizionale circuito popolare. Oltre 300 musicisti, a vario titolo, sono passati per questa esperienza restandone segnati nel loro futuro percorso musicale ed artistico.


Insomma è cambiata la fabbrica, sono mutate le modalità dello sfruttamento, l’urbanizzazione e la modernità del capitale hanno lasciato tracce anche nell’antropologia di questi luoghi ma la verve e la passione artistica dei Zezi non è cambiata. Ancora oggi i loro concerti sono un sapiente mix tra teatro d’avanguardia, agit prop, sperimentazioni sonore e recupero delle migliori tradizioni popolari.


Questa vitalità è rappresentata dal gran numero di giovani che si accosta a questo stile artistico e musicale guardando con simpatia alla storia dei E’ Zezi come alla storia delle lotte e dei conflitti di queste aree del nostro Sud.



Una storia, come dimostra la vicenda dei Zezi, che deve rinnovarsi ulteriormente senza smarrire radici e ragioni sociali ancora drammaticamente vigenti.

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