osservatorelaziale.it Redazione
Viterbo - Il Comune ordina a Talete di assicurare la
continuità della gestione del servizio idrico e di distribuzione
dell'acqua destinata al consumo umano
La Talete, in qualità di Gestore unico del S.I.I. individuato
dall'A.T.O. n. 1 Lazio Nord Viterbo, dovrà assicurare, con decorrenza
immediata, la continuità della gestione del servizio idrico e di
distribuzione dell'acqua destinata al consumo umano nel territorio
comunale di Viterbo, comprensivo degli impianti di dearsenificazione
realizzati dalla Regione Lazio in località Canale, San Martino al Cimino
(loc. Campo Sportivo), Rio Trai. Il tutto, fino alla definitiva presa
in carico, successiva al collaudo degli impianti di dearsenificazione e
comunque per un periodo massimo di 6 mesi dalla data di notifica del
presente atto.
Questo quanto previsto dalla ordinanza n. 92, firmata dal sindaco
Michelini nella serata di ieri relativamente alla concentrazione di
arsenico nelle acque del territorio comunale.
La nuova ordinanza va inoltre a revocare la precedente, la n. 91 del 31
ottobre 2013, limitatamente alle disposizioni relative all'impianto di
dearsenificazione in località Canale.
Pertanto, l'acqua proveniente da tale impianto, essendo conforme ai
requisiti previsti dal D. Lgs 31/2001, come attestato nella nota della
Ausl dello scorso 29 ottobre, è ufficialmente idonea al consumo umano.
Già dalle recenti analisi della Ausl risultava infatti che l'impianto
di Canale (e la connessa rete idrica Tobia-Carcarelle) erogasse acqua
con concentrazione di arsenico pari a 4 microgrammi per litro, e quindi
al di sotto della soglia consentita per legge. La stessa Ausl,
precisava inoltre che il consumo umano dell'acqua fosse consentito solo a
condizione che la Regione Lazio procedesse all'individuazione del
gestore responsabile dell'impianto, fino alla presa in carico dello
stesso da parte del Gestore unico Talete. In assenza di tali indicazioni
da parte della Regione, il sindaco Michelini, a titolo cautelativo, ha
ritenuto opportuno interdire l'uso delle acque, limitandolo al
funzionamento degli impianti tecnologici e all'igiene domestica.
Considerata la situazione di emergenza legata alla tutela della salute
pubblica e quindi all'esigenza di adottare un provvedimento urgente, al
fine di scongiurare il protrarsi delle problematiche igienico-sanitarie
per la popolazione servita dagli acquedotti di Canale, San Martino e Rio
Trai, con la nuova ordinanza, si ordina alla Talete di garantire la
continuità della gestione della rete idrica, assicurando il
funzionamento degli impianti di dearsenificazione inseriti nei sistemi a
rete di captazione, trattamento, adduzione e distribuzione idrica
gestiti nell'ambito dell'intero territorio comunale. Talete dovrà
assicurare la gestione di tali impianti dal giorno dell'immissione in
rete dell'acqua dearsenificata, fino alla definitiva presa in carico,
dopo il collaudo, degli stessi dearsenificatori da parte della Regione
Lazio.
“Il Comune di Viterbo – ha sottolineato il sindaco Michelini –
non è un corpo estraneo per Talete. Anzi, ne è parte integrante con la
maggior quota di capitale sociale rispetto agli altri comuni. Siamo con
Talete e vogliamo tutelare gli interessi della società nei confronti
della Regione Lazio. Questo però non deve ledere i diritti dei
cittadini, né tantomeno contrastare con i loro interessi. Pertanto, se
vi è disponibilità di acqua potabile, abbiamo il dovere di certificare
tale potabilità. Nel nostro caso, ci troviamo di fronte a parametri ben
al di sotto della soglia consentita per legge. Parametri certificati
dalla Ausl che ci autorizzano a mettere la parola “fine” ai disagi che
finora i cittadini hanno dovuto affrontare in questi mesi. Benvenga una
soluzione che possa consentire al nostro Comune di poter superare queste
posizioni burocratiche, talvolta incomprensibili e indubbiamente
dannose per la cittadinanza”. L'impegno del sindaco Michelini sarà
incentrato anche su altro aspetto. “Mi attiverò in tempi brevissimi – ha
aggiunto il primo cittadino – per sollecitare la convocazione di un
tavolo tecnico, con Regione Lazio, Prefettura, A.T.O. e Conferenza dei
Sindaci per la Sanità, al fine di definire, una volta per tutte, il
ruolo e le competenze di ciascun soggetto interessato in questa annosa e
complessa vicenda dell'arsenico”.
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mercoledì 6 novembre 2013
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