mercoledì 29 gennaio 2014

Battaglia di una malata di sclerosi multipla "La marijuana mi aiuta, liberalizzatela".



L'appello lanciato su internet dalla mamma di due bambine. "Quando assumo cannabis sto meglio. Vorrei poterla comprare in farmacia" 

repubblica.it di VALERIA PINI

LE SUE GIORNATE sono scandite dagli impegni delle sue due bambine e la sua malattia: la sclerosi multipla. Dolori e malesseri che affronta con maggiore serenità, quando riesce a procurarsi un poco di cannabis. Per questo Maddalena Migani, 36 anni, ha lanciato una petizione on line per liberalizzare la marijuana sul sito change.org. "Non sopporto il cortisone e per me l'unica alternativa è la cannabis - spiega Maddalena Migani - Quando la prendo sto meglio, sono più serena, riesco a dormire e i dolori sono più leggeri. Tutto diventa più facile". Una battaglia, quella per la liberalizzazione della cannabis, portata avanti prima di lei da altri malati.  Vorrebbe la stessa cosa da tempo anche Lucia Spiri 32 anni, paziente di Sla, di Racale, in provincia di Lecce, che ha fondato il primo 'Cannabis social club d'Italia'  insieme Andrea Trisciuoglio, anche lui colpito dalla stessa malattia.

La storia. Maddalena ha scoperto che la marijuana poteva aiutarla, quasi per caso. Anche perché non ha mai fumato, neanche da ragazza. "Ho sentito dire che la marijuana sta dando risultati positivi nell'ambito di una sperimentazione in Puglia - spiega - Una mia amica mi ha girato via email delle notizie. A quel punto ho chiesto un parere al mio medico e al mio neurologo, ma mi hanno risposto con sorrisi di comprensione, cambiando argomento. Ero sola con le mie domande e mi restava solo la possibilità di provare. Ma non riesco a fumare cannabis, mai fumato canne. Mi girava la testa. Allora l'ho mangiata, l'ho messa sotto la lingua, come un prodotto omeopatico e i risultati sono arrivati. Riesco a superare anche uno dei tanti disagi che affronto con la malattia, il problema di minzione. Faccio pipì in continuazione, ora non succede più. Per un paio di settimane mi sono quasi sentita un essere normale".

La malattia. A causa della sclerosi multipla Maddalena ha dovuto lasciare il lavoro. E' disabile al 75%.  Non è facile per lei seguire le sue bimbe di 3 e 6 anni, anche se la maternità è stato il suo primo pensiero dopo la diagnosi. "E' la prima cosa che ho chiesto al mio fidanzato: 'Facciamo un figlio'. Quasi un istinto di sopravvivenza. Ma le gravidanze hanno peggiorato le mie condizioni di salute. Ho anche gravi problemi all'occhio sinistro", dice. Da quando ha scoperto di essere malata, otto anni fa, Maddalena cerca di convivere con fastidi e dolori. Esistono altre esperienze simili alla sua: pazienti nelle sue stesse condizioni che raccontano di sentirsi meglio consumando cannabis.

I farmaci. Oggi non esistono sufficienti ricerche scientifiche a sostegno dell'efficacia dell'uso terapeutico della marijuana. Gli esperti tengono a ribadire che un conto è parlare di spinello libero e un conto di potenzialità terapeutiche dei cannabinoidi. Anche perché nei medicinali a base di marijuana non sono necessariamente contenute le sostanze con effetti psicotropi. "L'unico farmaco a base di cannabis indicato per i pazienti sclerosi multipla è il Sativex - spiega Diego Centonze, ricercatore Aism- Associazione italiana sclerosi multipla - E' uno spray che si è dimostrato utile per curare i pazienti e che è fornito dal Sistema sanitario nazionale. E' stato oggetto di numerose sperimentazioni cliniche. Se parliamo invece di cannabis, va detto che non esistono evidenze scientifiche che possa aiutare i pazienti a stare meglio". Un farmaco, il Sativex, immesso per la prima volta sul mercato in Canada nel 2005, che però Maddalena non può assumere. "Il neurologo mi ha spiegato che non posso prenderlo perché si usa nei casi di ipertono, quando c'è una rigidità del fisico maggiore della mia. Per me non va bene. Riesco a provare sollievo solo con la cannabis e il mio sogno sarebbe quello di poterla comprare in farmacia".

L'esperto. La richiesta affidata da Maddalena al web segue di qualche giorno un ddl presentato dal Pd sull'uso terapeutico della cannabis che dovrebbe semplificare e rendere accessibile ai pazienti il ricorso dei farmaci a base cannabinoide. Accanto al Sativex esistono altri medicinali a base di marijuana. "Di solito l'uso dei farmaci con cannabis nella sclerosi multipla  - spiega Roberta Pacifici responsabile Farmacodipendenze, tossicodipendenze e doping dell'Istituto superiore di Sanità - si è rivelata utile per attenuare il tremore. Medicinali cannabiodi sono usati anche in presenza di glaucoma, nei casi di Aids e per attenuare la nausea durante la chemioterapia. Ma esistono altri farmaci più conosciuti da un punto di vista farmacologico, quelli che definiamo 'di prima scelta'. Sono stati sottoposti a più studi, mentre non si conoscono ancora bene gli effetti collaterali di quelli a base di marijuana". Quando usare allora i farmaci a base di cannabis? "Nelle sacche di popolazione che non rispondono ai trattamenti farmacologici 'di prima scelta. In questi casi possono essere utili", aggiunge Pacifici.

Regioni e norme diverse. In Italia l'uso terapeutico delle droghe leggere è stato autorizzato in Toscana, Veneto e Liguria, dove è stata approvata all'unanimità una legge per sperimentare la distribuzione gratuita negli ospedali e nelle farmacie di preparati a base di cannabis, ma anche la produzione diretta di marijuana. Molte altre Regioni sono vicine a una svolta in questa stessa direzione.

Anche in Puglia sarà possibile usufruire della cannabis e dei suoi derivati per motivi terapeutici. Lo ha appena deciso all'unanimità il Consiglio regionale che ha approvato la legge che disciplina l'uso dei farmaci cannabinoidi a partire dal piano terapeutico predisposto dal medico specialista del servizio sanitario regionale. Mentre da pochi giorni Torino è la prima città italiana che ha detto 'Sì' alla cannabis libera.

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