venerdì 24 gennaio 2014

Il patto atlantico dei capitali.

Un comune decide che le mense sco­la­sti­che acqui­stino pro­dotti locali a chi­lo­me­tri zero. Un paese — l’Italia — vota in un refe­ren­dum che l’acqua deve essere pub­blica. Un con­ti­nente — l’Europa — pone restri­zioni all’uso di Orga­ni­smi gene­ti­ca­mente modi­fi­cati (Ogm) in agri­col­tura. Tra poco tutto que­sto potrebbe diven­tare ille­git­timo.


Il Manifesto
Mario Pianta

Il Trat­tato tran­sa­tlan­tico per il com­mer­cio e gli inve­sti­menti (Ttip, Tran­sa­tlan­tic trade and invest­ment part­ner­ship), oggetto di discus­sioni segrete tra Usa e Com­mis­sione euro­pea, pre­vede che le com­messe pub­bli­che non pos­sano pri­vi­le­giare pro­dut­tori locali, che gli inve­sti­menti delle mul­ti­na­zio­nali siano con­sen­titi e tute­lati anche nei ser­vizi pub­blici (acqua, sanità, etc.), che la rego­la­men­ta­zione non possa limi­tare i com­merci, anche quando ci sono rischi per l’ambiente o la salute. E se un governo tiene duro, sono pronti i mec­ca­ni­smi di arbi­trato che pos­sono costrin­gere gli stati a pagare alle mul­ti­na­zio­nali l’equivalente dei man­cati superprofitti.
Si trat­te­rebbe di un colpo di stato. L’annullamento della poli­tica di fronte all’assoluta libertà dei capi­tali, non di com­mer­ciare – quella c’è già – ma di entrare in ogni atti­vità, ogni ambito della vita, con la garan­zia di fare pro­fitti. L’annullamento della demo­cra­zia intesa come pos­si­bi­lità di una comu­nità di deci­dere i pro­pri valori, le regole con­di­vise, le poli­ti­che da rea­liz­zare. L’annullamento dei diritti dei cit­ta­dini e delle respon­sa­bi­lità col­let­tive – come quella verso l’ambiente – che si frap­pon­gano alla tra­sfor­ma­zione in merce del mondo intero.

Il com­mer­cio è uno dei temi su cui i paesi mem­bri della Ue hanno già tra­sfe­rito com­ple­ta­mente la sovra­nità a Bru­xel­les: è la Com­mis­sione a nego­ziare gli accordi all’Organizzazione mon­diale per il com­mer­cio (Omc) o i trat­tati bila­te­rali come il Ttip. Ma senza poteri signi­fi­ca­tivi del Par­la­mento euro­peo e con il potere delle lobby delle mul­ti­na­zio­nali che detta le poli­ti­che euro­pee, la Ue ha pra­ti­cato in que­sti anni la ver­sione più estrema e irre­spon­sa­bile del libe­ri­smo. Come nel caso dell’Unione mone­ta­ria, il pas­sag­gio di poteri sul com­mer­cio è un pes­simo esem­pio di come l’integrazione europa porti a poli­ti­che che favo­ri­scono solo i capi­tali e dan­neg­giano le per­sone, il lavoro, l’ambiente — den­tro e fuori l’Europa, come mostrano gli effetti nega­tivi dei trat­tati di libero scam­bio sui paesi in via di sviluppo.
Il Ttip è un “Trat­tato intrat­ta­bile” che va fer­mato al più pre­sto. Siamo ancora in tempo, un pro­getto ana­logo – l’Ami — era già stato scon­fitto nel 1998. Ma ser­vi­rebbe una discus­sione attenta che ancora non c’è. Ser­vi­rebbe una pro­te­sta di massa con­tro quest’ultimo, estremo sus­sulto di quel libe­ri­smo che ci ha por­tato a sei anni di depres­sione eco­no­mica. Ser­vi­reb­bero sin­da­cati che non si pie­ghino a nuove distru­zioni di posti di lavoro, con­su­ma­tori che boi­cot­tino le muti­na­zio­nali più aggres­sive, par­titi che si ricor­dino, per una volta, di difen­dere la demo­cra­zia. Discu­tere di ele­zioni euro­pee – da oggi al pros­simo mag­gio — signi­fica discu­tere soprat­tutto di questo.

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