lunedì 13 gennaio 2014

La crepa c'è, ora picconiamo!



COSA ACCADE?
Là, dove era nato il proibizionismo, adesso si vedono le file dietro i dispensari di cannabis. Si calcola che, lo Stato del Colorado, guadagnerà circa 60milioni di dollari grazie al commercio legale di cannabis.
Oltre a Colorado e Washington , anche Oregon, Arizona e Michigan si preparano alla legalizzazione della cannabis, mentre sono 19 gli Stati Americani ad aver legalizzato la cannabis per uso terapeutico.
Questo comporterà una notevole diminuzione dell’importazione di marijuana dal Messico, e quindi la distruzione di un importante mercato illegale.
Alla luce di questa “rivoluzione”, sarà veramente difficile per l’amministrazione Obama mantenere la sua credibilità perpetuando una “war on drugs” fallita all’interno dei propri confini. Ricordo che gli U.S.A. sono riusciti a far passare una risoluzione delle Nazioni Unite contro la legalizzazione della marijuana in Uruguay. Lo “Zio Sam”, che in un passato particolarmente recente, ha cercato in tutti i modi di bloccare i programmi per rendere legale la produzione di cannabis nello stato canadese della British Columbia, minacciando ritorsioni di carattere economico, adesso concede licenze e regolamenta quello che sarà il mercato più redditizio del secolo.

L’Uruguay fortunatamente non si è lasciato intimorire ed ha approvato ugualmente la legge sulla produzione e la vendita della cannabis, nonostante l’Organismo Internazionale per il Controllo degli Stupefacenti (OICS), agenzia dipendente dalle Nazioni Unite, ha pubblicamente reso noto che l’approvazione di tale legge contravviene alla “legalità internazionale”.
E in virtù di questa ondata antiproibizionista globale, in questi giorni, anche nel nostro Paese, si possono leggere una miriade di articoli che parlano di questo o quel politico, che si schiera pro o contro la legalizzazione.
Come se nessuno avesse mai trattato l’argomento, come se fosse “cosa nuova”, ognuno dà il suo parere personale, ed i media li riportano come concetti inediti, quando l’on. Rita Bernardini (“improvvisata ma brava hemp grower”), oltre un anno fa veniva intervistata addirittura dalla CNN per la sua azione di disobbedienza civile, conclusasi col la distribuzione di marijuana davanti Montecitorio.
E così passiamo ai sondaggi tanto amati dagli italiani, ne troviamo circa una decina su internet, riportiamo i dati di quelli promossi da due note riviste:
PANORAMA – Alla domanda: “Legalizzare la cannabis? Si o no?” Vede il 95% di SI e solo il 5% di NO.
LA STAMPA, alla domanda: “Saresti favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere?” Vede l’89% per il SI e l’11% per il NO.
E i deputati che abbiamo eletto -seppur con una legge incostituzionale- cosa ne pensano?
Assistiamo ad una tale diversità di opinioni (anche tra i membri dello stesso partito) che c’è da confondersi:
Inizia l’Assessore leghista Gianni Fava che da Twitter annuncia: “Credo valga la pena iniziare a parlarne seriamente. Il proibizionismo ha fallito”.
Il Segretario leghista Maroni “risponde” al richiamo del “cinguettio sensato”, segno di gradimento, ritrattando però pochi attimi dopo e giustificando il gesto istintivo come un errore dello STAFF!
Paolo Ferrero (Rifondazione Comunista–Segretario Prc) manifesta apprezzamento per l’apertura del dibattito favorito dal “Carroccio”.
Matteo Salvini, segretario Lega Nord, chiarisce tutto dichiarando: “La liberalizzazione della cannabis non è una priorità per la Lega. Semmai dovessimo impegnarci per una battaglia contro l’ipocrisia, scegliamo la prostituzione. Entro il 2014 proporremo un referendum per far diventare la prostituzione un mestiere regolamentato. Sulla cannabis ognuno può pensarla come vuole, ma per il momento non vedo spazi di discussione”.
Maurizio Gasparri (Forza Italia), inamovibile sulle proprie idee e quelle del suo partito, definisce “folle” l’idea di una liberalizzazione delle droghe leggere.
Stefano Carugo (consigliere Nuovo Centro Destra-presidente della commissione Affari Istituzionali del Pirellone) ammonisce tutti: “Case chiuse, droghe aperte…ma dove stiamo andando?”.
L’On. Sandro Gozi (PD-Vice Presidente Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa) dice: “Con grande soddisfazione accolgo l’apertura del dibattito nel nostro Paese sulla legalizzazione delle droghe leggere. Gia’ da tempo sono direttamente impegnato su questo fronte … per troppi anni siamo stati schiavi di una deriva proibizionista che ha avuto l’unico effetto di catalogare come criminali tutti coloro che facevano uso di droghe, senza alcuna differenziazione. Ora finalmente questa impostazione sembra cadere: dopo i grandi passi in avanti compiuti all’estero, come in Uruguay e in diversi stati americani, anche l’Italia e’ pronta a riconoscere che non e’ con la repressione che si affronta questo fenomeno. E’ tempo di avviare politiche di depenalizzazione delle droghe leggere. Questo e’ infatti il senso della proposta di legge depositata alla Camera insieme al collega Roberto Giachetti, proposta che permettere la coltivazione privata di modeste quantità di cannabis per consumo personale. E’ un bene che i partiti politici siano entrati nel merito della discussione, e spero che ciò possa portare a un’accelerazione della riforma normativa”.
Anche il Sen. Luigi Manconi (PD-presidente della commissione parlamentare per i diritti umani) ha presentato a palazzo Madama un disegno di legge in materia di coltivazione e cessione della cannabis indica e dei suoi derivati. Dichiara il Senatore: “Dopo trent’anni di fallimenti della politica proibizionista in tutto il mondo, che ha portato solo ampliamento del mercato e del numero di consumatori, carcerizzazione di massa e sofferenze sociali, si è avviata finalmente una riflessione da parte di molti enti pubblici e di alcuni stati nazionali. Persino in Italia cominciano a manifestarsi i primi timidi segnali di un ravvedimento. A questa riflessione intendo contribuire con un disegno di legge che prevede innanzitutto la non punibilità della coltivazione per uso personale di marijuana e della cessione di piccoli quantitativi dei derivati della cannabis finalizzata all’immediato consumo personale. Si prevede, poi, il ripristino della distinzione del trattamento sanzionatorio tra droghe leggere e droghe pesanti, con una riduzione delle pene per le prime, fino alla completa cancellazione delle sanzioni amministrative per i consumatori dei derivati della cannabis. Tutto ciò a partire da una considerazione, fondata su due incontrovertibili assunti. Primo: nessuno è mai morto a seguito del consumo dei derivati della canapa indiana nell’intera storia dell’umanità. Secondo: l’abuso di derivati di hashish e marijuana produce indubitabilmente conseguenze gravi ed effetti nocivi, ma non più (e forse assai meno) delle conseguenze gravi e degli effetti nocivi determinati dall’abuso di sostanze come alcol e tabacco. Se questo è vero – e nessuno scienziato serio lo nega – perché mai non sottoporre hashish e marijuana allo stesso regime di legalizzazione e regolamentazione applicato ad alcol e tabacco?”.
Matteo Renzi (Sindaco di Firenze-neoeletto Segretario del PD), nonostante sulla rete piovevano complimenti per le posizioni dei compagni di partito, forse distratto dalla scelta del suo prossimo “tostapane modello Clint Eastwood”, non si sbilancia e dichiara: “schizofrenico un Paese in cui si passa dal proibizionismo più totale alla liberalizzazione delle droghe leggere. Iniziamo a cambiare la Fini-Giovanardi che è una leggiaccia, iniziamo a rimettere la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti e mettiamo in prova chi è stato arrestato per detenzione di droghe leggere”.
E’ più attenta Pina Picierno (PD-membro della segreteria renziana) che, intervistata da L’Espresso, dichiara: “ I tempi sono assolutamente maturi. Credo sia arrivato il tempo per un discorso di questo tipo. Non so se sarà la proposta di Manconi, o una delle altre depositate in parlamento, ma certo dobbiamo parlarne. Bisogna soprattutto sottrarre mercato alle organizzazioni criminali. Lo dice anche Saviano, lo dicono fonti autorevoli: legalizzando la cannabis e le droghe leggere si può stroncare il mercato illegale. Non penso che il tema possa trovar spazio nel patto di governo ma in parlamento, in commissione giustizia, ci sarà modo di parlarne serenamente”. E, a chi le chiede come la prenderanno l’autore e i sostenitori dell’attuale legge proibizionista, la Picierno risponde: “Il parlamento troverà il modo di discuterne senza alzare i toni, anche con il nostro alleato, Alfano. Certo però non possiamo affrontare il tema con chi ha legato la propria carriera politica all’opposizione verso i diritti civili, con uscite violente che non voglio ricordare, e a leggi che hanno limitato le libertà e appesantito la situazioni delle carceri”.
Nichi Vendola dichiara: “il proibizionismo rappresenta la manna dal cielo per i narcotrafficanti, la fini-giovanardi è una legge sbagliata e feroce”.
L’On. Daniele Farina (SEL), autore di un Progetto di Legge, presentato alla Camera dei Deputati, volto a legalizzare la cannabis attribuendo alla Stato funzioni di regolazione del mercato, dichiara: “La dove il proibizionismo è nato, negli Stati Uniti d’America, lo stanno smontando; sennò probabilmente non ne parleremmo. Poi abbiamo l’esempio Uruguaiano che forse è anche migliore. Stiamo tentando una cosa molto modesta, una forma di legalizzazione della coltivazione per uso personale e cerchiamo di intervenire sui fatti di lieve entità che in realtà riempiono le nostre carceri“.
Si oppone chiaramente, a questa visione del problema, il solito fronte con Giovanardi e S. Patrignano in prima linea, che non capisce che il vento è cambiato e che servono politiche nuove per contrastare le mafie e per svuotare un po’ le galere e le comunità di recupero da chi non ci dovrebbe stare.
Da San Patrignano, “imprenditori” che cercano di prevenire “austerità e carestia”, dichiarano: “Siamo molto preoccupati per le recenti e intollerabili dichiarazioni di alcuni esponenti politici in merito ad una possibile depenalizzazione e legalizzazione della cannabis, in cui sono tornati a trattare ancora una volta con disarmante leggerezza, pressappochismo e mancanza di competenza un tema che interessa il futuro delle nuove generazioni. Proposte di legge e prese di posizione che, se accolte, potrebbero avere conseguenze devastanti. Noi che da quasi 40 anni operiamo nel campo della tossicodipendenza conosciamo benissimo i danni, estremante gravi, provocati dall’uso di questa sostanza, soprattutto fra gli adolescenti. Sappiamo benissimo quanto sia pericolosa per i ragazzi più indifesi che nella marijuana potrebbero trovare un accesso privilegiato alle altre sostanze. Non a caso ben il 98% dei ragazzi che abbiamo in percorso ha iniziato con il classico spinello, considerato per assurdo “normale”. E non si pensi che legalizzandone l’uso ne calerà il consumo. Ad oggi fuma cannabis un ragazzo su cinque, ma secondo le leggi del mercato è facile immaginare che ad un aumento dell’offerta ne seguirà uno della domanda.
Ricordo quando pubblicai “Leone Bianco – Leone nero. La legge non è uguale per tutti” , nel lontano 2009. Quante critiche, quanti “insulti” per aver dichiarato ciò che oggi è un pensiero che fa notizia ed è largamente condiviso. Ricordo, negli anni, tutti gli amici conosciuti a seguito di una brutta esperienza comune, la nostra rabbia per aver subito un ingiusta persecuzione, la nostra promessa di cambiare in meglio questa società. Mi ricordo com’era difficile vedere un nostro articolo pubblicato su un giornale ritenuto autorevole, o una nostra intervista in TV.
Oggi invece l’esperienza di essere stato convocato in Commissione Giustizia, insieme ad alcuni carissimi amici del direttivo di ASCIA, per chiarire il punto di vista dei consumatori, accettati come persone rispettabili tanto da potersi confrontare con le Istituzioni e non più “ignorati tossici incapaci di ragionare”; mi rincuora.
E anche constatare quello che accade in questi giorni, mi da speranza, ma non è ancora finita: deve essere veramente varata una legge che regolamenti la coltivazione domestica e l’uso di cannabis.
Nel resto del mondo tutti si preparano concretamente a cambiare, essere gli ultimi ad accettare questa evoluzione sociale ci farebbe perdere una grossissima opportunità. Occorre che i signori Onorevoli ed i signori Senatori, qualunque sia la linea guida del loro partito, votino ciò che i fatti hanno dimostrato essere meglio.
Se, dopo oltre 30 anni, la repressione non ha dato gli effetti sperati, perché non intraprendere seriamente una reale politica di riduzione del danno, educando i propri cittadini a godere della propria libertà personale senza ledere se stessi, ne tanto meno gli altri?
E’ tempo di legalizzare. Significherebbe più legalità, più libertà, più welfare grazie alle maggiori entrate e nessun effetto collaterale, nella più modesta delle ipotesi. Nell’ipotesi più realistica: risorse aggiuntive da destinare, ad esempio, al reddito minimo garantito e alla manutenzione del territorio”.
Giuseppe Nicosia – ASCIA

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