martedì 25 febbraio 2014

E all’Ambiente ci metto un commercialista.

Galletti, all'Ambiente 
va un commercialista Gian Luca Galletti, 52 anni, commercialista, esponente dell’Udc, è il nuovo ministro dell’Ambiente. Lui si è detto orgoglioso di esser stato scelto da Renzi per rivestire la carica. Tra gli ambientalisti, invece, prevalgono le perplessità. Agli occhi di chi si occupa di ambiente, infatti, Galletti è un sturloni.blogautore.espresso.repubblica.it


Il neoministro ha una laurea in economia ed è entrato in politica nel 1990, quando c’era ancora la Dc. Si è fatto le ossa a Bologna, sua città natale, prima nel consiglio comunale, poi all’assessorato al bilancio. Nel 2003-2005 ha fatto parte dell’Alta commissione ministeriale di studio per la riforma della finanza pubblica. Eletto per la prima volta nel 2006 alla Camera dei deputati nelle fila dell’Udc, nel governo di Enrico Letta ha ricoperto la carica di sottosegretario all’Istruzione.
Insomma, Galletti ha chiare esperienze amministrative. Ma nel suo curriculum l’interesse per le questioni ambientali non compare. E quel poco che si trova spulciando il passato non è un gran biglietto da visita. Ai tempi del referendum, si è schierò a favore della privatizzazione dell’acqua. Mentre in Emilia Romagna lo ricordano per un bizzarro intervento durante le elezioni regionali del 2010. Ai  microfoni di Radio Città del Capo, l’allora aspirante governatore Galletti (alla fine ottenne solo il 4,2% delle preferenze) si lasciò andare a un’invettiva contro le sindromi Nimby che culminò con il suo schierarsi a favore della costruzione di centrali nucleari in Emilia Romagna.

Comunque sia, con la nomina di Galletti si può dire che al ministero dell’Ambiente è stato preferito un politico a un tecnico. Oppure, se preferite, che è stata premiata l’incompetenza.
Del resto, da tempo il ministero di via Cristoforo Colombo è stato retto per lo più da figure politiche che con l’ambiente avevano poco a che fare. Compreso l’ex ministro Orlando, appena passato alla Giustizia, sua area di competenza nel Pd. In pratica una promozione, anche considerando che Orlando è fra i pochi ministri confermati del precedente governo.
Già, perché il punto è che il dicastero dell’ambiente non sembra contare granché nel circo della politica italiana. Nessun toto-ministri nei giorni scorsi per azzeccare chi si sarebbe seduto sulla poltrona oggi occupata da Galletti. E solo un breve e confuso passaggio dedicato da Renzi alle energie alternative e al rischio idrogeologico al termine del suo discorso programmatico appena pronunciato in Senato. A riprova della poca importanza che la questione ambientale riveste in Italia, grande assente dal dibattito politico nazionale.
Del resto la tutela dell’ambiente non premia la carriera politica nel nostro Paese. Niente a che fare con la Germania, dove la carica di ministro dell’ambiente ha un ruolo di primo piano e non per niente è stata occupata da politici del calibro di Angela Merkel o dell’attuale vicecancelliere Sigmar Gabriel. Con tutto il rispetto dovuto a Galletti, viene invece da pensare che con la sua nomina Renzi abbia riempito l’ultima casella rimasta nella spartizione delle poltrone ministeriali, come da manuale Cencelli.
Prima di varcare la soglia del Quirinale per il giuramento, Galletti ha dichiarato che in cima alla lista delle priorità metterà il dissesto idrogeologico. Senza dubbio un problema importante in un Paese che frana ogni volta che piove. Galletti è convinto che saprà fare un buon lavoro, e ha chiesto ai giornalisti di aspettare a giudicarlo. Affare fatto, ministro: vediamo come se la caverà. Dai cambiamenti climatici alla bonifica dei siti inquinati, dal rischio sismico alla lotta alle ecomafie, i problemi da affrontare con urgenza di certo non mancano. Per la fortuna degli emiliani e dei romagnoli, invece, almeno il nucleare è già stato archiviato.

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