sabato 22 febbraio 2014

Governo Renzi: donne, giovani e alfaniani Ecco la squadra scelta dal premier

Governo Renzi: donne, giovani e alfaniani 
Ecco la squadra scelta dal premier

Sedici ministri tra cui, per la prima volta, metà sono donne. L'età media più bassa della storia repubblicana. Tre dicasteri confermati al Nuovo Centrodestra, una civatiana e un tecnico. Questi i nomi scelti da Matteo Renzi.

L'Espresso di Michele Sasso














Il dream team per stupire l’Italia di Matteo I è pronto. Dai ventuno ministeri di Enrico Letta siamo scesi a sedici del sindaco che volle farsi premier . Metà di loro sono giovani&donne.

Il terzo capo del Governo in quattordici mesi ha presentato i suoi ministri al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un colloquio durato quasi tre ore.

Nessuno braccio destro come vicepremier, il Richelieu renziano Graziano Delrio è salito di grado dagli affari regionali all’incarico di sottosegretario alla presidenza del consiglio. Per l’economia si è puntato sul prestigio internazionale di Pier Carlo Padoan , un tecnico per tenere a bada i conti del Paese.

Interni e Giustizia, le nomine più controverse frutto di accordi e limature, sono andate al capo del Nuovo centrodestra Angelino Alfano e a sorpresa all’ex giovane turco del Pd Andrea Orlando.

ALFANO CONFERMA TRE DICASTERI
Passati per sempre i tempi in cui i due leader si scambiavano attestati di stima reciproca («Un augurio di buon lavoro ad Angelino Alfano, che tra l'altro è un amico», diceva Renzi mentre l’altro rispondeva: «Lo stimo fa bene a fare quello che fa dentro il Pd») lo scontro si è giocato sulla casella chiave del Viminale: rimane Alfano nonostante l’affaire Shalabayeva, la moglie del dissidente Mukhtar Ablyazov, rimpatriata la scorsa primavera dopo le pressioni del governo kazako, e la scissione dal Pdl di Silvio Berlusconi. A conferma del suo peso negli equilibri della maggioranza. Perde il ruolo di vicepremier ma ha tenuto ferma la barra sulle riconferme del potente Maurizio Lupi alle infrastrutture e Beatrice Lorenzin alla salute.

MEGLIO TECNICO CHE POLITICO
La partita più delicata si è giocata sulla casella del ministero dell’Economia. Piercarlo Padoan, dall'Ocse al Tesoro passando per l’Istat. Dopo l’incarico di vicedirettore generale dell'organizzazione parigina, ha sostituito Enrico Giovannini al timone dell'Istituto Nazionale di Statistica. Incarichi di consulente della Banca Mondiale, della Commissione Europea e della Banca Centrale Europea, è diventato vice segretario dell'Ocse nel 2007, e due anni più tardi viene capo economista, mantenendo entrambe le cariche. Consulente economico per il primo ministro Giuliano Amato, è stato professore all'Università La Sapienza di Roma e direttore della fondazione Italianieuropei, il think-tank politico del rottamato Massimo D’Alema. Dopo un’impressionante catena di «niet» (da Romano Prodi a Lucrezia Reichlin) ecco l’uomo che avrà il difficile compito di rassicurare Quirinale, i mercati e l’Unione Europea cercando di far ripartire gli investimenti e la fiducia.

LE AMAZZONI DEMOCRATICHE
Stupire e svecchiare le parole d’ordine con le amazzoni democratiche che nel giro di due mesi sono passate dal loft di via del Nazareno, base del Pd, alle stanze dei bottoni ministeriali. Agli Esteri Federica Mongherini e alla Difesa Roberta Pinotti, prima donna a capo delle forze armate. Incarichi nei dicasteri senza portofaglio per l’ex ricercatrice Marianna Madia (Semplificazione) e la "giaguara" e fedelissima Maria Elena Boschi che prende il posto di Gaetano Quagliarello alla Riforme costituzionali. Agli affari regionali il simbolo della lotta alla mafie: l’ex sindaco di Monasterace, un paesino della Calabria di 3500 anime, Maria Carmela Lanzetta.

CAMBIO DI PELLE
I bersaniani diventati renziani sono stati premiati: Enrico Franceschini passa dal dicastero senza portafoglio dei rapporti con il Parlamento alla Cultura mentre il lombardo Maurizio Martina da sottosegretario prende i gradi per l’Agricoltura. Sulle orme di Orlando.

Nelle file di Scelta Civica diventa ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, linguista e glottologa, è stata rettore dell’Università per stranieri di Perugia fino al 2013, quando ha lasciato per candidarsi con Scelta civica di Mario Monti.

EMILIA ROMAGNA AL POTERE
Le sorprese per l'Emilia-Romagna non sono mancate. Nella squadra sono spuntati infatti all'ultimo momento i nomi dell'imolese Giuliano Poletti, presidente di Legacoop, al dicastero del Welfare e e quello di Federica Guidi, neoministro allo Sviluppo economico. Ex leader dei giovani industriali, Guidi è figlia del patron di Ducati energia Guidalberto Guidi ed è stata in passato corteggiata anche da partiti di centrodestra. Diventa ministro all'Ambiente anche un altro bolognese, Gianluca Galletti dell'Udc, sottosegretario all'Istruzione con Letta.
A loro si aggiungono due ministri emiliano-democratici: il reggiano Graziano Delrio e il ferrarese Dario Franceschini.

UN UOMO SOLO AL COMANDO
«Deciderà tutto il presidente del Consiglio» è il mantra ripetuto nelle riunioni a porte chiuse dell’ultima settimana. Ora dalle parole ai fatti tocca al neo inquilino di Palazzo Chigi prendere in mano il Paese e portarlo fuori dalla palude: «È un Governo che da domani mattina si metterà al lavoro» ha annunciato Matteo Renzi urbi et orbi. Se alla Camera la maggioranza non è in discussione, al Senato i numeri lasciano qualche perplessità. Lunedì il primo test con il voto di fiducia al nuovo Governo. Un battesimo di fuoco per il neo premier che non è mai entrato in Parlamento.

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