lunedì 24 marzo 2014

Roma. Acqua all'arsenico, «danno per l'erario» Due esposti alla Corte dei Conti

Lo scandalo dell'acqua regionale all'arsenico arriva davanti ai magistrati della Corte dei Conti.
Obiettivo: accertare se, dopo il l’annullamento sacrosanto delle bollette dell'Arsial nei quartieri colpiti dall'emergenza, per i vertici della Regione e dell'agenzia che controlla gli acquedotti incriminati possa configurarsi il reato di «danno erariale"



ilmessaggero.it di Lorenzo De Cicco
Ai giudici contabili si rivolge il consigliere regionale Fabrizio Santori, membro della Commissione Sanità della Pisana, che oggi presenterà un esposto per chiedere di fare accertamenti su eventuali «inadempienze della macchina amministrativa regionale». E un altro esposto, più o meno identico, sarà depositato dall'ex vicesindaco di Roma, Sveva Belviso. Sullo scandalo arsenico indaga già la Procura di Roma che ha aperto due fascicoli con ipotesi di reato che vanno dall'avvelenamento all'omissione di atti d'ufficio.


E proprio per conto dei pm sono in corso i controlli del Nas negli acquedotti contaminati. La potabilità dell’acqua degli impianti dell'Arsial di Roma Nord non è garantita da anni – almeno dal 2012 come testimoniano le vecchie bollette dei residenti – ma solo pochi giorni fa l’ente ha deciso di dichiarare le richieste di pagamento «non esigibili».

RISCOSSIONI BLOCCATE
Come anticipato dal Messaggero, venerdì l'Arsial ha fatto ufficialmente marcia indietro sulle bollette, disponendo per la prima volta la sospensione di tutte le fatture nelle zone colpite dal divieto di consumo dell'acqua. «Arsial ha deciso di sospendere l’esazione dei pagamenti per le forniture idriche a partire dall’annualità 2013 e fino al ritiro delle ordinanze comunali», ha spiegato il commissario dell’agenzia Antonio Rosati. «Non emetteremo più bollette finché l’acqua non tornerà potabile». Cioè fino a dicembre 2014, secondo quanto da un'ordinanza del sindaco. Significa che nelle casse dell'agenzia regionale non arriveranno i soldi delle fatture 2013 e 2014. Due anni di mancati introiti dai 500 nuclei familiari rimasti senza acqua potabile.

AZIONE LEGALE
Essendo l'Arsial un'agenzia della Regione Lazio, l'esposto alla Corte dei Conti chiede di fare luce su un possibile danno erariale. «Oggi ben venga il blocco delle bollette, considerato che il servizio idrico non è garantito - attacca Santori, del Gruppo misto - ma ci chiediamo come riusciranno i vertici regionali a coprire le spese dei mancati introiti e cosa abbiano fatto fino adesso, dato che il problema si conosceva da tempo. Per questo presenterò un esposto alla Corte dei Conti perché si prefigura un danno erariale frutto delle inadempienze della macchina amministrativa regionale».
Ai magistrati contabili si rivolgerà anche l'ex vicesindaco Sveva Belviso, oggi capogruppo del Nuovo centrodestra in Campidoglio: «Presenteremo un esposto - annuncia - per capire se allo stato attuale sussistono delle responsabilità su un possibile danno erariale nei confronti della Regione per chi non ha compiuto le dovute operazioni di sanificazione». Secondo l'ex vicesindaco, «chi sapeva avrebbe dovuto muoversi in tempo per tutelare la salute dei cittadini e le istituzioni che controllano questa agenzia pubblica».

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