giovedì 28 agosto 2014

Antiproibizionismo. Marijuana, "dove è legale, si muore meno di overdose dovuta all'uso di oppiodi". La ricerca pubblicata su JAM.

"Negli stati in cui è stata legalizzata la vendita di marijuana per scopi curativi, il numero annuale di morti dovute ad overdose è diminuito del 25% rispetto a stati in cui la marijuana rimane illegale".

Un nuovo studio, pubblicata sulla rivista "JAMA Internal Medicine", ha analizzato l'impatto che la legalizzazione in America ha avuto sulla vita delle persone. "Se chi è ammalato o soffre riesce a curarsi con l'aiuto della marijuana - spiegano i ricercatori - non è costretto a ricorrere a rimedi come le pillole di Vicodin e di OxyContin, che spesso causano una dipendenza che può portare all'overdose".
L'ossicodone, di cui l'OxyContin è composto, è un oppioide con una potenza addirittura quattro volte superiore alla morfina. L'idrocodone, antidolorifico oppiaceo, è commercializzato sotto il nome di Vicodin e non è in vendita in Italia. In America si stima che ogni giorno 46 persone muoiano per overdose da oppiodi e il numero delle morti è triplicato rispetto al 1991.
Il periodo di osservazione della ricerca è durato 11 anni, dal 1999 al 2010. Secondo i dati del "Centers for Disease Control and Prevention" consultati dai ricercatori, gli stati che hanno legalizzato la marijuana per scopi curativi in questo arco di tempo hanno visto calare il numero di morti dovute ad overdose da oppiodi del 25%. "Gli stati che hanno introdotto la legge, hanno avuto 1,700 morti in meno nel 2010 rispetto al trend degli anni precedenti", spiega uno degli autori dello studio, Marcus Bachhuber della "Philadelphia Veterans Affairs Medical Center".

Nonostante i risultati suggeriscano che l'uso della marijuana per scopi curativi è non solo possibile ma anche auspicabile, i ricercatori sono cauti. Molte variabili, attribuibili ad ogni stato, potrebbero aver influenzato i dati raccolti, che non prendono in considerazione le differenze culturali, etniche e socioeconomiche tra le varie popolazioni. "Ma la ricerca - spiegano - può contribuire a gettare una luce sull'abuso di oppiodi e promuovere politiche di prevenzione".

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