domenica 21 settembre 2014

ALLA PROSSIMA BOMBA D'ACQUA NON LAMENTIAMOCI.

People's Climate March: centinaia di migliaia di persone nel mondo marciano per il clima. A Roma poche decine.

CUOREÈ la più grande mobilitazione mondiale per il clima, si chiama People's Climate March e sta raccogliendo centinaia di migliaia di persone in quasi tremila città del pianeta per chiedere ai governi di rimediare al riscaldamento globale, che rischia di portare a un aumento delle temperature di 4 gradi entro la fine del secolo ed è costato 500 miliardi di dollari soltanto negli ultimi 5 anni (dati Oxfam).
Proprio martedì 23 settembre Ban Ki Moon convocherà un urgente summit sul clima al Palazzo di Vetro, e oggi scenderà in piazza insieme con il sindaco Bill De Blasio. E la Grande Mela, così come Melbourne, Parigi, Londra, Bruxelles - a orari differenti per via del fuso - sono colme di persone che chiedono un cambiamento verso un' economia più ecosostenibile. Altrimenti sarà il disastro.
"Si tratta anche di una questione morale" ha ricordato il vescovo di Londra, Richard Chartres, intervenuto dal palco al termine del corteo. Peccato che a Roma all'evento abbiano partecipato poche decine di persone.

 
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I romani hanno sostanzialmente disertato la Marcia per il Clima convocata al Colosseo. L'evento, ribattezzato anche "New York chiama Roma", è promosso dal Coordinamento Power Shift Italia all'interno del quale trovano spazio l'Italian Climate Network, Legambiente e Kyoto Club in collaborazione con Avaaz Italia.
Su Avaaz l'elenco dei partecipanti è davvero misero, specialmente se paragonato alla folla newyorchese, alla partecipazione di volti notissimi come Emma Thompson, Mark Ruffalo, Susan Sarandon e Leonardo Di Caprio, appena designato ambasciatore per la Pace dalle Nazioni Unite con un focus speciale sul clima. A Roma ha voluto partecipare alla biciclettata la presidente della Camera, Laura Boldrini.
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Il sindaco di New York Di Blasio ha promesso che entro il 2050 la metropoli dovrà tagliare l'80%delle emissioni di gas serra. In una intervista al New York Times ha ricordato che per i suoi concittadini il riscaldamento globale "era una astrazione fino a due anni fa", quando l'uragano Sandy uccise 44 persone e provocò danni per 19 miliardi di dollari.
"Questo evento globale ha fatto confluire una rete incredibile di impegno civico, ventiquattr'ore piene nelle quali la gente chiede di de-carbonizzare il mondo", scrive il quotidiano britannico The Guardian. "La scienza del riscaldamento globale non concede equivoci. La prova dei fatti è questa: la temperatura si sta alzando a livelli pericolosi a una velocità che supera le peggiori previsioni. Secondo il trend attuale la temperatura si alzerà di 4 gradi entro il 2100. Se supereremo quel dato di due gradi allora il riscaldamento sarà irreversibile e porterà a effetti molto pericolosi".
I segni del rapido cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutti: "Cicloni, tornado, incendi, siccità, alluvioni, scioglimento dei ghiacciai e tempo impazzito sono sempre più comuni. E man mano che diventeranno più frequenti e più gravi, i popoli e la società subiranno pesanti conseguenze anche in termini di vita e perdita di lavoro". La soluzione, per molti studiosi, è l'abbassamento radicale delle emissioni di gas serra e la riduzione di CO2 nell'atmosfera - assorbita in percentuali altissime anche dagli oceani che si stanno progressivamente acidificando.

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