venerdì 26 settembre 2014

Conflitto interessi, scontro sui tempi. Pd e Fi chiedono rinvio. Rivolta M5S e Sel.

Scontro durante la riunione dei capigruppo a Montecitorio. Il ddl avrebbe dovuto arrivare in Aula entro il 30 settembre. La presidente Boldrini ha mediato per slittamento fino all'8 ottobre.

laura boldriniIl Parlamento rimanda ancora la discussione del disegno di legge sul conflitto d’interessi. Scontro durante la riunione dei capigruppo a Montecitorio. Pd, Fi, Ncd e Sc hanno chiesto un rinvio della fine dell’esame del ddl in commissione Affari Costituzionali, previsto per fine settembre, di due settimane. Proteste invece dal Movimento 5 stelle e Sinistra ecologia e libertà che hanno spinto per mantenere il calendario originale dei lavori. A mediare è stata la presidente della Camera Laura Boldrini: la presidente ha concesso alcuni giorni in più ma entro l’8 ottobre la commissione dovrà licenziare il ddl perchè sia sottoposto all’esame dell’aula. La conferenza dei Capigruppo di Montecitorio ha accolto, anche se parzialmente, la richiesta di rinvio che era di 15 giorni. Il provvedimento avrebbe dovuto essere esaminato entro il 30 settembre dopo una prima proroga richiesta prima dell’estate.

E’ stato invece deciso che iniziera il prossimo 14 ottobre nella Giunta per il regolamento della Camera l’esame della riforma del regolamento di Montecitorio, nel testo base elaborato dal comitato ristretto costituito nello scorso marzo, e dei circa 300 emendamenti che sono stati già presentati. La riforma doveva andare in Aula già alla fine di settembre, ma il rallentamento dei lavori determinato dalle votazioni del Parlamento in seduta comune ha fatto slittare i tempi. Nella stessa riunione sarà valutata la richiesta avanzata da Fi di non contingentare i tempi per l’esame in Aula della riforma. Intanto, una lettera di Renato Brunetta (Fi) e Danilo Toninelli (M5S) chiede di coinvolgere nell’esame della riforma del regolamento anche la commissione Affari costituzionali “davanti allo stravolgimento dell’assetto costituzionale approvato dal Senato” con la riforma costituzionale. La presidente Laura Boldrini ha chiarito che sebbene la Giunta e la commissione non possano formalmente lavorare insieme, sono auspicabili contatti tra i componenti dei due organi, in diversi casi componenti sia della Giunta sia della commissione.

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