Una delle cose più comode in assoluto di Linux è la sua estrema flessibilità: con un discreto quantitativo di conoscenze è possibile far sì che il sistema crei dei veri e propri “punti di ripristino” a cadenza temporale definita, così da essere in grado di ripristinarne lo stato in qualsiasi momento.
Non si tratta però di un’operazione particolarmente semplice e, sotto questo aspetto, spesso si vorrebbe avere a disposizione un meccanismo simile a quello che Windows utilizza per creare i cosiddetti punti di ripristino del sistema, fondamentali per ripristinare il corretto funzionamento del PC qualora qualcosa vada storto.
Di tool per Linux che eseguono operazioni del genere ve ne sono diversi, tuttavia la mia attenzione è caduta – e con ottimi motivi – su TimeShift, un programma dall’utilizzo estremamente semplice e che permette di creare immagini di sistema utilizzabili a tutti gli effetti come veri e propri punti di ripristino.
Panoramica
TimeShift è in grado di creare snapshot del sistema basandosi su rsync e sui cosiddetti hard links: è progettato per includere negli snapshot e ripristinare solo ed esclusivamente file di sistema lasciando invece intatti i dati personali, esattamente come succede con i punti di ripristino per Windows.
Questo piccolo e potente programma permette inoltre di creare immagini di sistema multiple ad intervalli regolari – i file comuni ed invariati saranno condivisi tra essi per risparmiare spazio, creare eventualmente immagini della partizione d’avvio, ripristinare immagini sia dal disco di sistema che da altro disco/distribuzione live, clonare l’intero sistema operativo e tanto altro.
Qualche esempio: se avete creato un punto di ripristino con TimeShift ed installate immediatamente dopo un kernel, driver o altro che rendono inavviabile il vostro sistema operativo, non dovrete far altro che avviare una distribuzione live, installare su di essa TimeShift e ripristinare il sistema al suo stato precedente, senza perdere file personali.
O, ancora, potrete addirittura utilizzarlo per ritornare ad un sistema operativo precedente: se ad esempio create uno snapshot di Ubuntu 14.04, aggiornate successivamente il sistema operativo a Ubuntu 14.10 e per un motivo o per un altro vorrete tornare indietro, non dovrete far altro che aprire TimeShift e ripristinare lo stato precedente del sistema. TimeShift si occuperà di “tornare indietro” lasciando intatti i vostri file personali e di gestire anche la reinstallazione del bootloader.
Insomma gli scenari di impiego di TimeShift sono davvero tanti: si tratta di un programma che si adatta ad un molteplice numero di utilizzi possibili e che, come vedrete tra breve, è estremamente semplice da installare ed utilizzare.
Installare TimeShift su Ubuntu
Il programma è dotato di un comodo PPA tramite il quale procedere all’installazione. Ricordando che la procedura è valida per Ubuntu 12.04, Ubuntu 14.04 e Ubuntu 14.10, tutto ciò che bisognerà fare sarà aprire un terminale e digitare
sudo apt-add-repository ppa:teejee2008/ppa sudo apt-get update sudo apt-get install timeshift
Creare un punto di ripristino su Ubuntu con Timeshift
La procedura di creazione di un punto di ripristino è abbastanza semplice: basterà aprire il tool dalla dash (o dal menu Sistema) e, dalla finestra principale, selezionare il disco di destinazione su cui salvare il nostro punto di ripristino tramite il menu fare click su “Backup”.
Sarà immediatamente avviato il backup e salvati i file sul disco che si è scelto di utilizzare. Al termine, verrà mostrato il “punto di ripristino” creato sul dispositivo di destinazione.
La procedura di creazione del punto di ripristino con TImeShift è oltremodo semplice, tuttavia cliccando sul tasto “Settings” è possibile ottenere molto di più da questo programma: tramite le impostazioni potremo aggiungere manualmente file da salvare o escludere manualmente file, creare snapshot automatici ad intervalli di tempo regolari e tanto, tanto altro ancora!
Ripristinare un’immagine creata in precedenza
La procedura di ripristino è ancora più semplice: basterà semplicemente selezionare il disco che contiene il punto di ripristino creato, cliccare su di esso e, infine, cliccare sul tasto Restore!
Fatto ciò bisognerà semplicemente definire i parametri per il ripristino: dalla scheda destinazione potremo scegliere il dispositivo su cui ripristinare il sistema - nella maggioranza dei casi, basterà lasciare il segno di spunta su “Current System”.
Dalla scheda Escludi potremo eventualmente scegliere i file da non includere nel ripristino – ad esempio, in caso volessimo conservare le impostazioni personali attuali e non ripristinarle. Per una procedura standard le impostazioni predefinite vanno più che bene.
Infine, dalla scheda Avanzate, potremo includere o escludere altri file e directory di sistema (consiglio caldamente di lasciare le cose come sono, a meno di non sapere esattamente cosa si va a fare).
Definite eventualmente tutte le impostazioni, non dovremo far altro che cliccare su “Ripristina”, leggere attentamente l’avviso (una volta avviata la procedura non sarà possibile tornare indietro) e confermare.
Infine sarà possibile decidere se si desidera creare un’istantanea del sistema attuale prima di ripristinare lo stato precedente del sistema:
Avviata la procedura di ripristino, il sistema ci mostrerà un terminale con tanto di output; alla fine del processo, il sistema sarà riavviato automaticamente e ritornerà allo stato corrispondente all’immagine scelta.
Da sapere…
Oltre che gestire il backup ed il ripristino di sistema, TimeShift permette anche di clonare completamente un sistema operativo rendendolo identico a quello presente sul disco di origine, scenario particolarmente utile nel caso si desideri replicare l’installazione di un sistema operativo su macchine identiche o, più semplicemente, tenere una copia speculare di riserva del proprio sistema.
La comodità di TimeShift risiede proprio nella sua semplicità di utilizzo: è in grado di sfruttare la piena potenza di rsync e di combinarlo con cron e, in pochi click ed utilizzando le impostazioni predefinite, permette di creare immagini di sistema da utilizzare come veri e propri punti di ripristino su Ubuntu in stile Windows.
In definitiva è un programma fatto davvero bene, adatto sia agli utenti novizi che a quelli più esperti. Un must!
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