giovedì 27 novembre 2014

Classe Operaia. La ricchissima Alcoa licenzia.


Sardegna. Landini a Cagliari: «Una crisi così grave non l’ha mai vissuta nessuno, serve coraggio, unità e soluzioni nuove». A Portovesme spedite le lettere di licenziamento a 800 operai. Trattativa con Glencore appesa a un filo. E nel frattempo il gigante Usa dell’alluminio fugge e rilancia.

il manifesto Costantino Cossu
A che gioco gioca Alcoa? Domanda più che legit­tima se a soli dieci giorni dall’inizio delle trat­ta­tive per veri­fi­care la pos­si­bi­lità dell’acquisto dello sta­bi­li­mento di Por­to­ve­sme da parte dei Glen­core — un altro dei colossi mon­diali dell’alluminio — ora comin­ciano ad arri­vate le let­tere di licen­zia­mento per i 437 ope­rai in cassa integrazione.
La noti­zia è arri­vata mar­tedì 25 da fonti sin­da­cali, più esat­ta­mente dalla Fim Cisl: «I licen­zia­menti — dice per il sin­da­cato Moreno Muresu — rien­trano nel qua­dro degli accordi di mobi­lità che sono stati sta­bi­liti con Alcoa. Anche la data è stata decisa al momento in cui sono scat­tati gli ammor­tiz­za­tori sociali. Se infatti le let­tere fos­sero arri­vate dopo il 31 dicem­bre del 2014 si sarebbe atti­vato il qua­dro nor­ma­tivo pre­vi­sto dalla legge For­nero, deci­sa­mente peg­giore. Que­sto non toglie nulla alla dram­ma­ti­cità della situa­zione. Le let­tere di licen­zia­mento san­ci­scono il disim­pe­gno defi­ni­tivo e irre­vo­ca­bile di Alcoa. Ora per tutti i 437 della fab­brica di Por­to­ve­sme, ma anche per i 360 dell’indotto, che le noti­fi­che di ces­sa­zione del rap­porto di lavoro hanno comin­ciato a rice­verle anche prima, tutto dipende dall’esito della trat­ta­tiva tra Alcoa e Glencore».

«Non biso­gna get­tare la spu­gna — aggiunge il segre­ta­rio gene­rale della Fim Marco Ben­ti­vo­gli — A que­sto punto serve det­tare un’agenda ser­rata di con­fronto tra le due aziende per­ché si supe­rino pre­sto i nodi aperti. Chie­diamo che il governo fac­cia pres­sing in que­sto senso. E’ una vera ver­go­gna nazio­nale, in par­ti­co­lare, la con­di­zione dei lavo­ra­tori degli appalti: nei rim­palli tra Regione Sar­de­gna e governo, gli ammor­tiz­za­tori sociali in deroga spesso lasciano i lavo­ra­tori senza red­dito. Ci bat­te­remo fino all’ultimo per tenere accesa la spe­ranza e per risol­vere posi­ti­va­mente que­sta ver­tenza, sim­bolo del vuoto di una poli­tica inca­pace di defi­nire una valida stra­te­gia di rilan­cio dell’ indu­stria italiana».
Il tavolo di trat­ta­tiva tra Alcoa a Glen­core si è aperto lunedì della scorsa set­ti­mana al mini­stero dello svi­luppo eco­no­mico. Garanti del con­fronto, il governo e la Regione Sar­de­gna. Che cosa ne uscirà, nes­suno al momento può prevederlo.
Glen­core chiede una dra­stica ridu­zione dei costi ener­ge­tici, che in Sar­de­gna supe­rano di molto la media euro­pea per una serie di motivi strut­tu­rali legati all’isolamento della regione. Il governo si è impe­gnato a tro­vare i modi per venire incon­tro alle richie­ste di Glen­core, ma la strada è molto stretta. Anche per­ché qual­siasi inter­vento diretto di ridu­zione delle tariffe ener­ge­ti­che cor­re­rebbe il rischio di essere cas­sato dall’Unione europea.
E poi i sin­da­cati non nascon­dono la pre­oc­cu­pa­zione sulle reali inten­zioni di Alcoa.
Glen­core, sul mer­cato mon­diale dell’alluminio, è uno dei con­cor­renti più temi­bili della mul­ti­na­zio­nale ame­ri­cana, la cui fred­dezza nell’accettare la trat­ta­tiva per la ces­sione dello sta­bi­li­mento sardo potrebbe spie­garsi con la rilut­tanza dei mana­ger Usa a for­nire anche il più pic­colo van­tag­gio a uno dei prin­ci­pali competitor.
Il gigante sta­tu­ni­tense dell’alluminio è molto attivo. Smo­bi­lita in Sar­de­gna per­ché giu­dica troppo alti i costi di pro­du­zione ma poche set­ti­mane fa ha com­ple­tato l’acquisizione di Firth Rix­son, un lea­der della com­po­nen­ti­stica dei motori aero­spa­ziali. Alcoa cal­cola che con quest’acquisizione i ricavi aumen­te­ranno di 1,6 miliardi dol­lari entro il 2016. Circa il 70% di que­sta cre­scita, che por­te­rebbe a un incre­mento dei ricavi di 2 miliardi di dol­lari entro il 2019, sarebbe garan­tita da con­tratti di lungo ter­mine già acquisiti.
Le prime let­tere di licen­zia­mento per gli ope­rai Alcoa sono arri­vate nello stesso giorno, mar­tedì 25, in cui Mau­ri­zio Lan­dini era a Cagliari per lo scio­pero generale.
«La Sar­de­gna — ha detto il segre­ta­rio della Fiom in piazza ai circa due­mila mani­fe­stanti — si trova di fronte a una situa­zione dram­ma­tica. Un qua­dro di que­sta natura non c’è mai stato, non l’ha mai vis­suto nes­suno, per que­sto serve uno sforzo col­let­tivo che affronti in modo nuovo e diverso la situa­zione». Sotto il palco ope­rai da tutta la Sardegna.
In prima fila, insieme con i lavo­ra­tori Alcoa, anche le tute blu Eural­lu­mina e le magliette rosse dei 1634 cas­sin­te­grati Meridiana.

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