giovedì 27 novembre 2014

Financial Times: “Sul debito europeo la sinistra radicale ha ragione”

Supponiamo che voi condividiate l’opinione generale su quello che dovrebbe fare in questo momento l’eurozona. Specificamente, vorreste più investimenti pubblici e la ristrutturazione del debito.
 
di Wolfgang Munchau  diellemagazine.com
Ora fatevi la seguente domanda: se foste il cittadino di un paese dell’eurozona, quale partito politico sosterrebbe per realizzare gli obiettivi succitati? Sareste sorpresi di vedere  che non c’è molta scelta. In Germania, il solo partito che si avvicina a tale agenda è Die Linke, l’ex partito comunista. In Grecia sarebbe Syriza, in Spagna Podemos, venuto fuori da nulla e che ora guida i sondaggi.
Potete anche non considerarvi sostenitori della sinistra radicale. Ma se viveste nell’eurozona e sosteneste tali politiche , questa sarebbe la vostra unica scelta.
Che dire dei partiti di centro-sinistra, dei socialdemocratici e dei socialisti? Non sostengono tale agenda? Possono farlo se sono all’opposizione.. Ma, una volta al governo, avvertono  il bisogno di diventare rispettabili e a quel punto scoprono i loro geni del lato dell’offerta.  Ricordate che Francois Holland, presidente francese, ha spiegato il cambiamento di policy del suo governo sostenendo che l’offerta crea domanda.

Dei partiti radicali emersi recentemente, quello da osservare è il Podemos. E’ ancora giovane, con un’agenda in fieri. Da quello che ho letto fino ad ora, può essere quello che più di tutti nell’eurozona può avvicinarsi a offrire un appoggio consistente alla gestione economica del dopo-crisi.
In una recente intervista, Nacho Alvarez, del team economico del partito, ha delineato il suo programma con chiarezza rinfrescante. Il 37enne professore di economia dice che l’onere del debito spagnolo, sia privato che pubblico, è insostenibile e deve essere ridotto.
Questo comprenderebbe qualche combinazione che comprenda una rinegoziazione dei tassi di interesse, periodi di moratoria, la ristrutturazione e l’haircut. Ha anche detto che l’obiettivo di Podemos non è di lasciare l’eurozona – ma che ugualmente il partito non insisterebbe sulla membership  a tutti i costi. L’obiettivo è il benessere economico del paese.
Per un outsider,  questa sembra una posizione equilibrata. Non così in Spagna, dove  l’establishment teme che tale agenda trasformerà il paese in una versione europea del Venezuela. Ma non c’è niente di controverso nella affermazione che se il debito è insostenibile, deve essere ristrutturato. O che se l’euro portasse decenni di sofferenze, sarebbe perfettamente legittimo dubitare delle istituzioni o delle politiche dell’eurozona.
La posizione di Podemos riconosce una semplice verità sull’eurozona alla fine del 2014. E’ illogico per la moneta unica entrare in una stagnazione secolare e non ristrutturare il suo debito. Poichè non si sta facendo niente per evitare la stagnazione, è probabile al 100% che avvenga la ristrutturazione. Ma, per il momento, i governi europei continuano a fare il gioco di “estendere e pretendere”. Dove porta tale miope strategia, lo si può vedere in Grecia. Dopo sei anni di depressione economica, il governo si scopre in una acuta crisi politica. Syriza è in testa ai sondaggi e ha buone possibilità di andare al potere nelle prossime elezioni previste nel 2015.
La Spagna non è ancora in questa congiuntura. Podomos potrebbe togliere ai partiti più grandi – il partito popolare del primo ministro Rajoy e il partito socialista di opposizione – la maggioranza assoluta nelle elezioni dell’anno prossimo. Questo potrebbe forzare i due partiti a una grande coalizione di stile tedesco – che renderebbe il nuovo partito come il principale dell’opposizione.
La situazione in Italia è differente ma non meno seria. Se il primo ministro Matteo Renzi non riuscirà a generare una ripresa economica nei tre anni di governo che gli restano prima delle prossime elezioni, il movimento di opposizione 5 stelle sarebbe in pole position per formare il prossimo governo. A differenza di Podemons, questo è un partito veramente radicale, un fermo sostenitore dell’uscita dall’euro. Così lo sono il Fronte Nazionale in Francia e l’Alternative fur Deutschland tedesco.
Ciò che Podemos deve ancora fare è offrire una coerente visione di vita dopo la ristrutturazione del debito. Sarebbe una buona idea se il partito si organizzasse   a livello di eurozona, al di là della sua alleanza con Syriza nel parlamento europeo, perchè è lì che sono   prese le rilevanti decisioni di policy. Una risoluzione del debito per la Spagna, per quanto necessaria, può essere solo il punto di partenza di un cambiamento più ampio.
La tragedia odierna dell’eurozona è il senso  di rassegnazione rispetto alla deriva che i partiti dell’establishment, sia del centro destra che del centro sinistra, in cui stanno  portando l’Europa, una deriva che è l’equivalente di un inverno nucleare. E’ particolarmente tragico che i partiti dell’estrema sinistra  siano i soli  che sostengono  politiche sensate come la ristrutturazione del debito. La crescita di Podemos mostra che c’è la richiesta di una politica alternativa. A meno che non cambino la loro posizione, i partiti lasceranno una grande apertura a partiti come Podemos e Syriza.
WOLFGANG MUNCHAU
da diellemagazine.com
traduzione di Nicoletta Rocchi

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