sabato 27 giugno 2015

La Carovana della Canapa. "Noi, in viaggio per l'Italia, spieghiamo perché è tempo di legalizzare la cannabis".

Un viaggio lungo lo stivale per raccontare cos'è e quanto preziosa potrebbe essere la canapa italiana. È questo il sogno itinerante degli attivisti della cannabis. Una "Carovana della Canapa" che, partendo da Carmagnola il 28 giugno, toccherà ogni regione d'Italia.


"Una speranza in viaggio", così la descrive all'Huffington Post la mente del progetto, Giovanni Foresti, che, con il Coordinamento Piemontese Unitario per la Legalizzazione della Canapa, si impegna per spiegare agli italiani tutte le proprietà della marijuana. "È una pianta da sempre amica dell'uomo, dalle straordinarie virtù medicinali, ma da noi è sempre stata criminalizzata", spiega Foresti.
"Ora, però, qualcosa sta lentamente cambiando", continua l'ideatore della carovana. Proprio per indurre gli italiani a riflettere sul valore della cannabis la carovana si è messa in moto. "Noi viaggeremo per raccontare e documentare le realtà virtuose legate alla canapa. Dal settore agricolo a quello industriale, dall'alimentare al terapeutico".

I casi non mancano. E la Carovana della Canapa vuole descriverli in un documentario. "Campi, impianti di trasformazione, musei della canapa, growshop, eventi nei centri sociali: vogliamo raccontare tutto questo". Come? Viaggiando senza sosta e intervistando medici, pazienti, avvocati, parlamentari, amministratori locali, attivisti e semplici estimatori. Le storie dei singoli sono il punto di partenza per serie riflessioni politiche e culturali.
Tutto questo in un Paese che vede milioni di italiani regalare quotidianamente il proprio denaro alle mafie per avere in tasca un po' di cannabis. "La legge - afferma Foresti - prevede la punibilità penale non del possesso ma della coltivazione. Così facendo, sembra fatta apposta per incentivare il narcotraffico. Se la marijuana fosse legalizzata, tanto denaro sarebbe sottratto alle mafie e rientrerebbe nell’economia legale, insieme agli introiti derivanti dalla tassazione".
Per gli attivisti della cannabis, una battaglia di civiltà. Decisivo in particolare il ruolo curativo della pianta. Ma anche il potenziale valore economico, spiegano, è importante. Legalizzare vorrebbe dire, per loro, aprire le porte a un nuovo segmento di imprenditoria: moderna, vincente e lontana dalla criminalità.
A questi temi, Giovanni Foresti ha dedicato 40 anni di impegno. Ottimista o folle, in un Paese a lungo proibizionista? "Sono ottimista, altrimenti non andrei avanti. Sento chiaramente che c'è un clima favorevole nel Paese e nel mondo. Al tempo stesso, però, non voglio illudermi. È già accaduto in passato che l'Italia tornasse sui propri passi, rinunciando ai progressi".
Ora, per la verità, c'è la bozza di una proposta di legge bipartisan di 200 parlamentari. "Abbiamo in programma di incontrare alcuni membri dell'intergruppo nel corso del nostro viaggio", fa sapere a questo proposito Foresti. Che aggiunge: "Ho parlato con Farina, Civati, Bernardini, Ferraresi, Gribaudo, D'Ottavio, Ciampolillo e tutti sono pienamente disponibili al confronto. In questo clima, se nascerà un forte movimento di massa unitario e organizzato, forse ce la faremo".
La sfida in nome della libertà di coltivare e del diritto all'uso terapeutico è aperta. Gli amici della carovana la combattono divertendosi e discutendo, mettendosi al volante e girando l'Italia. Un'altra mentalità è possibile, dicono. E, per dirlo meglio, si armano di una troupe e dei sacchi a pelo, di un violino, di un clarinetto e di una fisarmonica. Poi tutti a bordo: il viaggio deve cominciare e loro sperano che li porterà lontano.

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