lunedì 31 agosto 2015

Soldi pubblici. EX PROVINCIA DI ROMA, ASSOTUTELA: "IL MISTERO DEI 263 MILIONI DI EURO SPESI DA NICOLA ZINGARETTI"

Maritato: "Non ci contentiamo della superficiale indagine che la Corte dei conti all’epoca riservò al grattacielo ‘monstre’ e andremo fino in fondo”.
osservatorelaziale.it Redazione
immagineRoma - “Non solo un monumento allo spreco: è un affronto ai cittadini tartassati e privati dei servizi essenziali. Il grattacielo dell’Eur, destinato ad ospitare gli impiegati della ex provincia di Roma è ancora lì, vuoto e sprezzante a testimoniare quanto gli amministratori siano più interessati agli affari immobiliari che alle esigenze della collettività”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che racconta: “Nel 2005 la giunta provinciale guidata da Enrico Gasbarra stabilì di riunire tutti gli uffici presso un’unica sede, da prendere in locazione. Passato il testimone a Zingaretti, si pubblicò un bando ‘esplorativo’ per ‘locazione di cosa futura con diritto di opzione per l’acquisto’ e l’interesse cadde sul grattacielo in costruzione in zona Eur Castellaccio, del gruppo Parsitalia appartenente alla famiglia Parnasi, la stessa dello stadio a Tor di Valle. Si decise infine, nonostante il pesante passivo di 600 milioni dell’ente ormai in via di scioglimento, di investirne altrettanti 263, 4 mentre si mettevano in vendita gli immobili pregiati del centro di Roma. Nei giorni scorsi, sul sito della Regione Lazio – di cui Zingaretti è attuale presidente - è apparso un manifesto che spiega il futuro del Forlanini, ospedale dismesso dal governatore lo scorso 30 giugno. Si parla di trasferimento di alcuni uffici regionali negli edifici ‘non monumentali’. Viene spontaneo chiedersi: perché non nell’immenso grattacielo inutilizzato, restituendo servizi sociosanitari nel cuore di Monteverde che ne ha estremo bisogno? Il presidente dovrebbe chiarire.
Non ci contentiamo della superficiale indagine che la Corte dei conti all’epoca riservò al grattacielo ‘monstre’ e andremo fino in fondo”, chiosa Maritato.

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