mercoledì 30 settembre 2015

Classe Dirigente. Anas Toscana, ai domiciliari i vertici. Pm: “Sistema collaudato di corruzione”.

Ventiquattro persone sono indagate nell'inchiesta della procura di Firenze. Si tratta di pubblici ufficiali della società, imprenditori e professionisti. Procuratore Giuseppe Creazzo: "Intercettazioni indispensabili".

Anas Toscana, ai domiciliari i vertici. Pm: “Sistema collaudato di corruzione”Un “collaudato sistema di corruzione“. Nel quale “venivano date mazzette corrispondenti al 5% dell’importo dei lavori”. E’ quanto scoperto dai magistrati di Firenze con l’inchiesta “Strade d’oro” che ha travolto i vertici dell’Anas Toscana, l’azienda che gestisce la rete stradale. Ventiquattro persone sono state iscritte nel registro degli indagati. Tra questi pubblici ufficiali della società, imprenditori e professionisti. Agli arresti domiciliari sono finiti il capo di compartimento Anas Toscana, Antonio Mazzeo, il capo servizio amministrativo Roberto Troccoli, un funzionario Nicola Cenci, e l’imprenditore Francesco Mele. L’ipotesi di reato contestata a vario titolo è la corruzione.

L’aggiudicazione degli appalti finiti nel mirino dei magistrati fiorentini avveniva “sfruttando, nella maggior parte dei casi, lo stato di emergenza e di necessità causato da calamità naturali”, ha spiegato il procuratore Giuseppe Creazzo, durante la conferenza stampa. Questi gli appalti su cui si indaga: uno da 200 mila euro, “di somma urgenza“, per opere sulla strada Tosco-Romagnola; uno in provincia di Prato, per un importo a base asta di 3.258.622 euro; e uno in provincia di Massa Carrara, per la manutenzione straordinaria di una strada, importo del lavoro a base asta di 499.900 euro. Secondo quanto ricostruito, l’imprenditore finito ai domiciliari “agiva, per sua stessa ammissione, fornendo il pacchetto completo – ha detto Creazzo – Faceva pure i sopralluoghi. Negli uffici dell’Anas era di casa: arrivava a predisporre anche le documentazioni, bando e altro”.
Creazzo ha parlato di un “sistema che ha comportato danni per la collettività per molte decine di migliaia di euro”. E ha sottolineato che “le intercettazioni sono uno strumento indispensabile. Chi non vuole scoprire reati di mafia o corruzione in Italia deve togliere le intercettazioni”. “Massima fiducia” nella procura di Firenze è stata espressa da Anas che, in attesa dell’esito delle indagini, “avvierà un audit interno su dirigenti e funzionari coinvolti” nell’inchiesta.

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