domenica 27 settembre 2015

Messina. Due attivisti condannati per "resistenza psicologica".


Pensavamo di averle viste tutte in materia di repressione e condanne contro attivisti politici e sociali impegnati nei conflitti, ma quanto ci portano a conoscenza da Messina supera il conosciuto e ci introduce in uno stato di polizia che somiglia sempre più a "Minority Report".

Messina. Due attivisti condannati per "resistenza psicologica"Era il gennaio di quest'anno quando il collettivo “Teatro Pinelli”  ha liberato un altro posto abbandonato per permettere il proseguo del suo percorso politico e sociale: la ex scuola media “Ugo Foscolo” e l’esperienza si arricchisce così di contenuti  volti allo scambio e la  crescita umana e culturale di tutti coloro i quali scelgono di frequentare quel posto.  Ma soprattutto di chi in quel posto ha scelto di viverci , infatti ben presto nasce  la scelta di aprire i due e piani superiori a famiglie in Emergenza Abitativa.
Le attività Sociali sono tantissime: la palestra popolare, la mensa anticrisi, il doposcuola popolare ai bambini e ragazzi del quartiere, l’orto sociale, la biblioteca,  il liscio domenicale per gli anziani e tante altre ancora...     
Purtroppo fin quando le istituzioni considereranno  l’emergenza abitativa come una questione di ordine pubblico, da risolvere a suon di sgomberi e repressione, il fenomeno sarà sempre grave e diffuso e non troverà di certo una reale risoluzione!

Ed è per questo che  la nostra solidarietà va ad  Irene e Sergio, due compagni arrestati e condannati rispettivamente a 6 e 10 mesi di detenzione per avere espresso solidarietà ad una “senzacasa”.  Accampatasi in un’aiuola posta  tra il  Tribunale e il Rettorato.
La sentenza giunge inaspettata, specie dopo la visione completa dei video forniti da emittenti locali e le testimonianze, favorevoli agli imputati, da parte di carabinieri presenti all’azione dimostrativa delle settimane scorse. Testimonianze e filmati privi di tagli, che mostrano una realtà dei fatti ben diversa da quella suggerita nel corso di una campagna politica, e mediatica volta a descrivere Irene e  Sergio  come   dei  violenti.
Una realtà tanto “strana”, da costringere il Pubblico Ministero a fare decadere tre accuse delle quattro imputate. Chiedendo  che gli imputati venissero condannati, unicamente per “resistenza psicologica”, a 4 mesi di detenzione, reato coniato proprio dai PM messinesi, proprio in occasione del processo del 24 settembre 2015. Un esito che, chiaramente, non ha nulla a che fare con i  fatti, che svela tutta la rilevanza politica della vicenda.
La nostra solidarietà e vicinanza va anche a  tutti coloro i quali ogni giorno difendono sinceramente il diritto alla casa che si trasforma nella pratica quotidiana della difesa dagli sfratti e dell’occupazione di immobili sfitti ed edifici pubblici abbandonati.
Visto che  la questione abitativa ha assunto nella nostra città, come nel resto del Paese, un carattere d’urgenza, nella sola provincia di Messina nel 2014 gli sfratti sono stati 364 e poiché le istituzioni non sono in grado di rispondere a dei legittimi bisogni dei cittadini, questi devono AUTO - ORGANIZZARSI.
Tanti sono i nuclei familiari, le cui condizioni economiche si sono aggravate dall'impennata della disoccupazione e rischiano di finire per strada se non si adottano misure strutturali che affrontino alla radice il dramma della precarietà abitativa.
Sono troppe le famiglie senza una casa e tante altre ce ne saranno vista la drammatica situazione economica del paese.
Ad oggi Alla Ex Ugo Foscolo le famiglie in grave Emergenza Abitativa mostrano la loro dignità, gli stessi si sono costituiti in un Comitato Spontaneo degli Inquilini Resistenti – Foscolo ed hanno deciso, (visto che il diritto alla casa non gli è stato concesso) di Riutilizzare un Edificio Pubblico Dismesso avviando Dal Basso un progetto di Autorecupero e Autocostruzione che rende quelle aule di una ex scuola (che mai più sarebbe tornata alle originali funzionalità) la loro casa.
Pertanto riteniamo necessario affermare che il diritto alla casa non può essere affrontato solo come un'emergenza, ma attraverso azioni concrete di riappropriazione degli immobili abbandonati ed in disuso. Invitiamo il governo all’utilizzo dei fondi ex-gescal in giacenza nella cassa depositi e prestiti della regione sicilia, fondi che ammontano alla modica cifra di 254.537.893,57 milioni di euro.
Questi fondi avrebbero l’utilità di rilanciare l’edilizia residenziale pubblica senza l’intervento delle solite imprese private e cooperative pronte a speculare sulle spalle dei cittadini, potrebbero incentivare progetti di autorecupero su edifici sfitti e abbandonati sia pubblici che privati, per dare risposte concrete a un’emergenza abitativa sempre più soffocante evitando una ulteriore cementificazione dei nostri territori.

Nessun commento:

Posta un commento