martedì 29 settembre 2015

Vedi Renzi e poi lavori: il trionfo dei fedelissimi.

L’ex deputata Paola Concia nel cda di Firenze Fiera. Il figlio dell’ammiraglio al ministero. I leopoldini che fanno affari d’oro. Ecco come gli amici di Renzi occupano posti importanti.

Vedi Renzi e poi lavori: il trionfo dei fedelissimiL'Espresso di  Emiliano Fittipaldi
 

Anna Paola Concia un anno fa ne era certa: «Basta, con l’Italia ho chiuso, me ne vado in Germania». Attivista per i diritti civili Lgbt e leopoldina della prima ora, si sfogava dopo aver perso il seggio alle elezioni del 2013. Ora, forse, tornerà a casa un po’ più spesso: qualche giorno fa è stata infatti nominata membro del cda di una società controllata da Comune e Camera di Commercio di Firenze, Firenze Fiera. Su pressioni, dicono i maligni, di Renzi in persona.

Matteo di certo gli amici non li molla mai. I renzomandati oggi sbucano ovunque, un esercito - come raccontato dall’inchiesta di copertina della scorsa settimana - che sta occupando poltrone e posti di potere da Aosta a Caltanissetta. Alcuni di loro sono bravi, qualcuno bravissimo. Molti altri sembrano invece essere arrivati in cima più che per meriti individuali grazie alla vicinanza con il capo.


«Prendo solo i migliori», ripete sempre il premier. Ma è un fatto che i suoi amici sono statisticamente avvantaggiati sulla concorrenza, al di là della lunghezza dei loro curriculum. Prendiamo Andrea Bacci, uomo d’affari e un tempo socio del padre di Renzi: appena ristrutturata la villa di Pontassieve dell’allora presidente della Provincia, fu assunto come manager dalla Florence multimedia, società partecipata dall’ente. E se un altro amico industriale, Gabriele Beni, dopo aver regalato alla sua fondazione Open 25 mila euro s’è ritrovato qualche mese fa vicepresidente dell’Ismea, società del ministero dell’Agricoltura, la kermesse della renzianissima Leopolda ha portato fortuna anche a Gabriele De Giorgi, figlio del capo di stato maggiore della marina militare.

Per anni assistente parlamentare, De Giorgi nel giugno del 2013 è riuscito a fare il primo salto, e diventare segretario particolare del sottosegretario all’Interno Domenico Manzione. Un magistrato nominato nel governo Letta su «indicazione derivante da Renzi basata su ragioni di conoscenza, di affetto, di amicizia», come lui stesso ammise candidamente in tv. Manzione ha assunto come suo braccio destro De Giorgi: il figlio dell’ammiraglio sarà certamente capace, ma i rosiconi fanno notare che qualche mese prima della nomina aveva coordinato con il futuro direttore dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi il comitato di Renzi per le primarie 2012. De Giorgi ha anche fondato “I Patrioti del Pd”, una specie di think-tank che vuol far battere l’orgoglio nazionale anche nei cuori della sinistra.

Qualche altro leopoldino doc non ha avuto incarichi politici, ma la sua carriera ha preso ugualmente il volo. Come quella di Leonardo Bartoletti, che ha curato l’ufficio stampa della Leopolda 2012. Stesso anno in cui ha iscritto la sua società cooperativa Headline alla camera di commercio di Firenze: leggendo i bilanci si nota come negli ultimi due anni il fatturato sia quasi raddoppiato, arrivando a 400 mila euro, mentre l’attivo netto è passato da 50 mila ai 196 mila euro registrato a fine 2014. «Bartoletti è bravissimo», dice chi lo conosce bene. E nessuno ne dubita: riuscire a strappare contratti dal Comune di Firenze, da Firenze Fiera, dall’Orchestra da Camera Fiorentina (fondazione presieduta fino al 2009 da Rosa Maria De Giorgi, renzianissima diventata senatrice), da Toscana Promozione, Toscana Energia, dalla Festa dell’Unità 2015, dal Museo civico Novecento e altre società pubbliche come Casa spa, partecipata del comune oggi guidato dall’amico di Renzi Dario Nardella, non è davvero cosa da tutti.

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