giovedì 26 novembre 2015

Guerra. Siria, Russia: “Non abbiamo ricevuto le scuse della Turchia”. Erdogan: “Non spetta a noi”.

Vladimir Putin dal Cremlino ha fatto sapere di essere in attesa di un segnale: "Non abbiamo avuto nemmeno un'offerta di risarcimento o la promessa che i criminali saranno puniti". Il presidente turco: "Sono loro che hanno violato nostro spazio aereo". Intanto la Cnn Turk ha fatto sapere che un gruppo di 50 imprenditori turchi è stato arrestato in territorio russo per "false dichiarazioni sul loro viaggio nel Paese".



Siria, Russia: “Non abbiamo ricevuto le scuse della Turchia”. Erdogan: “Non spetta a noi”E’ ancora crisi tra Russia e Turchia. Dopo le ultime ore di tensione in seguito all’abbattimento del cacciabombardiere Su-24 russo distrutto in volo martedì 24 novembre al confine turco con la Siria, il presidente Vladimir Putin ha detto di essere ancora in attesa delle scuse di Recep Tayyip Erdogan. “Non abbiamo ricevuto scuse né offerte di risarcimento, né tantomeno la promessa che i criminali saranno puniti”, ha detto dal Cremlino, in una cerimonia in cui ha ricevuto le credenziali dei nuovi ambasciatori internazionali a Mosca. La replica è arrivata poco dopo dal presidente turco: “Penso che se c’è una parte che deve scusarsi, non siamo noi”, ha detto in un’intervista alla Cnn. “Deve scusarsi chi ha violato il nostro spazio aereo. I nostri piloti e le forze armate hanno semplicemente fatto il loro dovere”. Una posizione ribadita anche dal ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu: “Non c’è bisogno di scusarci quando abbiamo ragione. In una telefonata” ieri con il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, comunque “abbiamo detto che siamo dispiaciuti”.

Intanto, secondo la tv turca di Ankara Cnn Turk, le autorità russe avrebbero arrestato un gruppo di una cinquantina di imprenditori turchi con l’accusa di “false dichiarazioni sul loro viaggio nel Paese”. Al momento dell’arresto, avvenuto mercoledì 25 novembre, il gruppo di imprenditori si trovava nella città di Krasnodar per partecipare a una fiera dell’agricoltura. Un giudice ha condannato ognuno di loro a una multa di 4.000 rubli e a 10 giorni di carcere. La condanna si riferisce al fatto che avevano dichiarato “turismo” come motivo del viaggio, che aveva in realtà scopi commerciali.

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