lunedì 25 luglio 2016

I tempi della politica e i nostri guai!

E’ appena terminata la prima fase dibattimentale alla Camera sulla proposta di legge per la legalizzazione della cannabis, tutto è rimandato a settembre ….si sa, i tempi della politica sono sempre biblici e intanto noi continuiamo a pagare duramente l’ottusità e l’ignoranza di chi ancora confonde volutamente la scelta personale con il vizio incontrollato!
A questo proposito pubblichiamo una lettera di arrivederci del nostro fraterno amico e membro del direttivo ASCIA, Pierpaolo Grilli, che proprio a causa dell’ottusità e dell’ignoranza di una parte della politica e della magistratura dovrà scontare qualche anno dietro le sbarre!
In bocca al lupo Pierpaolo, non mollare, siamo con te!
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ULTIMI GIORNI A CASA PRIMA DEL CARCERE
Incredibilmente sto per rientrare in carcere!
Il 13 luglio, nel pomeriggio, mentre stavano portandomi il fieno nuovo per i miei cavalli, ho ricevuto la telefonata del mio avvocato Lorenzo Simonetti che mi comunicava la sentenza dell’ultima udienza in Cassazione della mia ultima disavventura giudiziaria per coltivazione di cannabis: sono stato condannato in via definitiva, non solo, il mio legale mi ha detto che, incredibilmente, non mi è stata rideterminata la pena di 5 anni che avevo ricevuto nel 2013, quando la Fini-Giovanardi era in vigore, credo di essere un caso unico e così mi ha detto di prepararmi immediatamente a tornare in carcere per scontare due anni e mezzo di fine pena, perché i carabinieri possono venire a prendermi da un momento all’altro, in ogni giorno!


Sul momento è stato uno shock, la prima cosa che ho pensato è stata che dovevo immediatamente iniziare a cercare di sistemare i miei 6 cavalli e mi sono reso subito conto che la mia vita sarebbe stata ancora una volta stravolta profondamente da un’altra ingiustizia.
Fino a 11 anni fa, mi ero coltivato  la mia canapa ogni anno, da quando ero ragazzo, ero fiero di non aver mai contribuito a dare soldi alla criminalità, con la quale non ho mai voluto né avuto nulla a che fare e mi ero selezionato una mia varietà personale da un ceppo originario di calabrese, provando, nel tempo, vari incroci con le migliori varietà che trovavo, ottenendo un’ottima erba medicinale, dagli effetti dinamici, allegri e salutari, senza effetti collaterali spiacevoli. Non la spacciavo, non la cedevo a narcotrafficanti, semplicemente la studiavo e me la godevo per uso personale, i soldi per vivere me li guadagnavo con lavori onesti e legali, come escursioni a cavallo e agricoltura biologica.
Fui arrestato per la prima volta nel novembre del 2005, non perché spacciassi ma per puro caso, a seguito di un controllo stradale notturno un po’ troppo meticoloso, vennero a casa mia per la perquisizione e trovarono i miei raccolti, anche gli avanzi degli anni precedenti che non avevo avuto il coraggio di buttare via. Mi considerarono ingiustamente un criminale narcotrafficante, ma io lo so di non esserlo stato.
Arrestarono ingiustamente anche mio figlio diciottenne, che neanche fumava le sigarette, solo perché maggiorenne e presente in casa, lui fece 3 giorni di carcere e 20 giorni di arresti domiciliari col permesso di andare a scuola, io di carcere ne feci 20 giorni e poi 3 mesi e mezzo di arresti domiciliari, infine mio figlio fu assolto ed ebbe un rimborso, io fui condannato a quasi 2 anni, con la sospenzione condizionale della pena.
Due anni dopo, nel 2007, il mio amico Aldo Bianzino, conosciuto 25 anni prima in un ashram himalayano, veniva arrestato anche lui per coltivazione di cannabis e perdeva drammaticamente la vita nella sua cella del carcere nella prima notte di detenzione.
Alla fine del marzo 2011 fu arrestata mia figlia ed io, mio malgrado, venni coinvolto in una storia della quale non immaginavo e non sapevo nulla, ma per la quale fui costretto dalle circostanze avverse a pagare con 6 mesi di carcere, 6 mesi di arresti domiciliari a casa dei miei genitori, ed altri 6 mesi a casa mia, per un totale di un anno e mezzo, e poi un altro anno di obbligo di dimora.
Tornato a casa nel 2012, dopo una prima condanna di 5 anni in primo grado, contattai l’Avv. Simonetti ed ASCIA, fui invitato a scrivere articoli e così iniziò il mio impegno antiproibizionista attivo.
Con l’abrogazione della Fini-Giovanardi iniziai a poter sperare che non sarei più ritornato in carcere, per via della successiva rideterminazione delle pesantissime pene previste da quella pessima legge criminogena.
Invece no! Caso più unico che raro, mi trovo a dover assurdamente affrontare una pesantissima condanna definitiva, con una pena relativa ad una legge criminogena abrogata da più di due anni, (che prevedeva pene detentive dai 6 ai 20 anni anche per la cannabis) senza avere il diritto ad un adeguamento delle pene a quelle attualmente previste (dai 2 ai 6 anni) e considero ciò una cosa illegittima e gravissima. Secondo tale condanna dovrei scontare ancora due anni e mezzo in carcere ed i successivi tre anni a casa, con “l’affidamento in prova ai servizi sociali”. Chissà cosa dovrà mai “provare” ai servizi sociali una persona come me, di 56 anni, con una pericolosità sociale pari a zero, che vive sui monti con i cavalli, come un eremita, che ha sempre fatto uso personale di cannabis dall’adolescenza e gode di perfetta salute, senza fare uso di alcoolici né di altre droghe, legali o illegali, senza essere mai stato in alcuna relazione con organizzazioni di criminali narcotrafficanti? Sembrerebbe ridicolo, se non fosse così drammaticamente ingiusto.
Il mio legale mi ha detto che spera di potermi far tornare a casa entro un anno circa, per i tempi tecnici in gioco da aspettare: 4 mesi per le motivazioni della sentenza, 2 mesi per presentare ricorso alla Corte Europea, poi supponiamo dai 3 ai 6 mesi per avere una sentenza giusta, ma tutto questo tempo lo dovrò attendere in carcere!
Sono ormai passati 10 giorni da quando l’Avv. Simonetti mi ha avvisato di prepararmi a tornare in carcere da un momento all’altro, sono fortunato ad essere ancora qui, ad aver sistemato bene quasi tutti i miei cavalli, ad aver avuto il tempo di salutare i miei cari ed i miei amici, a poter scrivere ancora qualcosa di antiproibizionista su internet.
E’ la prima volta che vado dentro sapendolo prima, di solito si viene arrestati e ci si trova dentro all’improvviso, ora da un lato mi godo ogni giornata come se fosse l’ultima, ogni gesto, ogni singolo momento di libertà, acquistano un profumo, una soddisfazione intensissima, dall’altro lato ho il tempo di salutare tutti e provare a sistemare il meglio possibile le cose di casa, giusto per ritrovare la mia catapecchia in piedi quando torno e non sepolta dai giardini pensili della natura selvaggia.
Stavolta non andrò in carcere da vittima del proibizionismo, ci andrò fieramente come redattore di ASCIA e di tutto l’universo antiproibizionista italiano, se non mi censureranno vorrei essere il nostro inviato speciale dentro, il nostro testimone dal pianeta carcere.
Non so dove mi porteranno, credo a Rimini, che è quello della mia provincia, ma dovunque sia cercherò di fare antiproibizionismo dentro il carcere, invierò il mio recapito ad ASCIA che lo diffonderà e mi comunicherà gli aggiornamenti utili per poter continuare a scrivere, scriverò con carta e penna.
Come le altre volte dentro, farò Yoga e Kung-fu e cercherò di portare sollievo agli altri detenuti, soprattutto i canapofili come noi, ma anche tutti quelli che se lo meritano e che mi apriranno il cuore…
Anche se la prospettiva di passare un paio di anni dentro non è facile da accettare, riesco ad essere abbastanza sereno e distaccato da poter scherzare.
Ho già accennato sopra alle ingiustizie che ho già vissuto e mi chiedo quando finiranno.
Sono in miseria da 5 anni ed i miei familiari ora pure, non abbiamo i soldi per il ricorso e le mie due cavalle più vecchie sono in pericolo di vita se non le sistemo bene. Io mi sono tolto il cibo dalla bocca per 5 anni per i miei cavalli, ora non potrò più guadagnare nulla per un tempo indefinito, la mia casa sta letteralmente cadendo a pezzi e sto anche puntellando con i tronchi più dritti d’alberi secchi le tettoie ormai pericolanti, nella speranza che reggano le nevicate e che non crollino prima che torni.
Due anni sono tanti. Tornare qui a casa, non so quando, senza cavalli, senza soldi, con la casa e la strada sommerse dai rovi e magari pure le tettoie pericolanti crollate sotto il peso di nevicate abbondanti potrebbe essere veramente tremendo, già lo so, perché ci sono passato 4 anni fa, nel marzo 2012, tornando a casa dopo un anno di assenza forzata per la detenzione, dopo la nevicata di 3 metri che aveva distrutto quasi tutto: in confronto il carcere è una piacevole e comoda attesa, dove ti riposi, ti alleni e scherzi con gli amici, la situazione del ritorno a casa e trovare tutto abbandonato e semidistrutto sarà veramente drammatica!
Hanno distrutto tutto quello che avevo creato con le mie sole forze ed il duro lavoro negli ultimi 30 anni, ed hanno distrutto pure la voglia di ricostruirlo. Ora voglio distruggere il proibizionismo integralista!
Ma non mi possono togliere la consapevolezza di non essere un criminale e la certezza di non aver fatto del male a nessuno, mi fa ridere che proprio io debba pure essere “affidato in prova ai servizi sociali”! Ma in prova di che? Di essere una pecora succube, di essere un buon servo di questo sistema che a me appare sbagliato e corrotto? MAI! Voglio continuare ad essere un anarchico ribelle, un uomo libero che ricerca la conoscenza e la saggezza senza nuocere a nessuno. Cosa c’è di male in questo?
Non mi drogo, non inquino, non distruggo l’ambiente, non faccio del male a nessuno, nemmeno agli animali, vivo come un eremita, aiuto chiunque posso, ma perché dobbiamo permettere ai proibizionisti di perseguitarci così? Bisognerebbe metter fuori legge loro, anziché gli estimatori e i coltivatori della canapa! Sono loro socialmente pericolosi, anzi, alla luce dei disastri sociali provocati dalla guerra alle droghe, pericolosissimi! Una piaga sociale.
Non so quando mi porteranno via da casa, né dove, non so se potrò ancora scrivere dal pc, come non so se mi censureranno le lettere dal carcere, perché là dentro ti possono controllare e censurare a piacimento. Spero solo di avere a che fare con persone umane e di buona apertura mentale. Staremo a vedere, farò quel che posso per continuare a fare la mia parte e per comunicarvelo, ognuno faccia la sua parte nella nostra battaglia, un giorno la Storia ci darà ragione.
Dall’orlo del baratro, fieramente ribelle

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