mercoledì 28 settembre 2016

Matteo Renzi vuole costruire il Ponte sullo Stretto di Messina





dinamopress
Matteo Renzi rilancia la questione del Ponte sullo Stretto di Messina: “si farà”, dice il premier. Che però sembra troverà una vasta opposizione.
Del Ponte sullo Stretto di Messina non si sentiva parlare ormai da qualche anno, ossia da quando Silvio Berlusconi era presidente del Consiglio e i video dell'ingegner Cane su Mai Dire Gol facevano ridere tutti quanti. Adesso però quest'argomento è tornato all'ordine del giorno: il premier Matteo Renzi, infatti, ha tirato ancora una volta in ballo l'argomento davanti all'assemblea per i 110 anni del gruppo Salini – Impregilo.

Se siete nella condizione di sbloccare le carte e di sistemare quello che è fermo da 10 anni noi ci siamo”, ha detto, dicendo anche che la creazione del Ponte sullo Stretto servirà a creare 100mila posti di lavoro. Non una parola sul miglioramento delle infrastrutture già esistenti, come strade e ferrovie: la priorità per il governo Renzi adesso è unire la Sicilia alla Calabria per farla essere più vicina.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Federico Alagna, portavoce di Cambiamo Messina dal Basso, che ci ha detto cosa pensa delle dichiarazioni di Renzi riguardo il Ponte sullo Stretto: "Quello che il premier ha fatto è stata una sparata pubblicitaria piena di falsità, a partire dall'affermazione sulla creazione dei 100mila posti di lavoro. La cosa grave è che per costruire queste grandi opere, il governo passa sopra a ciò che vogliono realmente le comunità. La continuità territoriale si può fare anche senza il ponte: ciò di cui abbiamo bisogno non è questo, ma altri tipi di servizi, che però non sono presi in considerazione perché non sono così d'impatto e magari non verranno ricordati in futuro. Ma è ciò di cui abbiamo realmente bisogno".
Il sindaco di Messina Renato Accorinti, intervistato dal Fatto Quotidiano, ha usato parole molto dure contro le dichiarazioni del premier Matteo Renzi: “Qui abbiamo un sistema ferroviario da seconda guerra mondiale, a binario unico, a gasolio. Sulla Messina – Catania è arrivata una frana e l’autostrada è ancora interrotta. Messina e Catania: due città metropolitane che non sono più collegate tra loro. Che cosa avrebbero fatto se invece una cosa simile si fosse verificata tra Torino e Milano?”.
E sulla teoria dei posti di lavoro: “Adesso basta, questa teoria dei posti di lavoro ha davvero rotto i coglioni. È fastidiosa e populista oltre che falsa. Anche fare i buchi a terra per poi assumere gente che li copre crea lavoro: è un’offesa alla nostra intelligenza. Non capiscono che se rilanciassero davvero il Sud sarebbe l’intero Paese a beneficiarne: il Mezzogiorno è il gioiello d’Italia dimenticato da tutti. È come avere una gamba che va in cancrena e fregarsene”.
Ma perché Matteo Renzi ha fatto una dichiarazione del genere proprio al convegno per i 110 anni della Salini - Impregilo (gruppo che si occupa della costruzione anche di un pezzo di Tav)? Davvero è stato un caso? "Ovviamente no - dice Federico Alagna - Quella è stata una dichiarazione fatta ad arte. Chi segue di più la questione del ponte, come i comitati, aveva già fiutato che nell'aria qualcosa stava cambiando e che questa questione sarebbe stata ripresa in mano in breve termine. Sia per le dichiarazioni di Angelino Alfano di qualche tempo fa sia per quelle di Garofalo. Il fatto che Renzi abbia cambiato idea sul Ponte (prima era contrario, NdR) è un chiaro messaggio di rassicurazione a una certa fetta del paese e un chiaro invito a votare in un certo modo il 4 dicembre".
Ma cos'è cambiato dal 2010? Un tempo il futuro premier dichiarava alla Leopolda: “Vogliamo un Paese che preferisca la banda larga al Ponte sullo Stretto, che dica no al consumo di suolo”. Le sue dichiarazioni hanno ovviamente suscitato molte polemiche, in una regione che ha visto migliaia di persone combattere contro il ponte già anni fa e che adesso sembrano essere pronte a scendere di nuovo in piazza per impedirne l'eventuale realizzazione. "Non ho dubbi che Renzi troverà un movimento pronto a lottare contro la devastazione del territorio - conclude Federico - Anche perché qui abbiamo un'amministrazione, quella Accorinti, che trae la sua origine direttamente dal movimento No Ponte, una lotta che ha mobilitato migliaia di persone che non erano assolutamente politicizzate. Quando ci era sembrato che l'eventualità della sua costruzione fosse stata scongiurata, ci siamo concentrati su altro: ma non ci vuole davvero nulla per far sì che torniamo a combattere quella battaglia".

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