martedì 29 novembre 2016

Ambiente. Amianto: arriva il Testo Unico. A 24 anni dalla messa al bando, l’Italia è ancora contaminata.

Amianto: arriva il Testo Unico. A 24 anni dalla messa al bando, l’Italia è ancora contaminataSemplificati centinaia di provvedimenti, ora si passa in Commissione. L’obiettivo è quello di garantire finalmente una maggior tutela per chi ha subito le conseguenze della fibra killer.

L'Espresso di Floriana Bulfon


Obbligo di denunciare gli edifici o i beni con presenza di amianto, patrocinio a spese dello Stato per le vittime e i familiari e più tempo per concludere i processi con termini di prescrizione raddoppiati. E poi sospensione delle attività per chi supera i limiti e bonifica delle aree industriali dismesse. A 24 anni dalla legge con cui è stato bandito l'amianto arriva un Testo Unico che riordina, semplifica e integra centinaia di provvedimenti. L’obiettivo è quello di garantire finalmente una maggior tutela per chi ha subito le conseguenze della fibra killer e per un intero Paese con tonnellate di amianto ancora da mettere in sicurezza e smaltire.
Gli effetti letali sono destinati a crescere. In base all’andamento dei dati scientifici nel 2020 si potrebbe manifestare il picco massimo di manifestazione delle malattie asbesto-correlate. Absesto significa ‘che non si spegne mai’ e l’amianto, materiale altamente resistente e a basso costo produttivo utilizzato fin anche nei giocattoli, eredità di una politica industriale priva di sensibilità ambientale, rappresenta ancora una sfida aperta e pone un problema di giustizia per i danni umani, il riconoscimento di responsabilità, l’indennizzo alle vittime e alle comunità colpite.
Ogni anno, secondo l’Associazione italiana di oncologia medica, almeno 3mila persone muoiono di mesotelioma pleurico e malattie asbesto-correlate e più di mezzo milione di lavoratori dichiara di essere stato a contratto con la fibra.
Un’emergenza sociale considerando che il ministero dell’Ambiente rileva, a novembre 2015, oltre 44 mila siti contaminati, ma a distanza di più di due decenni il quadro non è completo. Ancora non si sa con esattezza quali siano tutti i luoghi a rischio e quindi dove intervenire. Mappature datate, inattendibili perché parziali, realizzate non correttamente come accade in Calabria o in Molise.

E così nei 128 articoli presentati dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno degli infortuni, presieduta da Camilla Fabbri, si introduce l’obbligo di denunciare ovunque ci sia presenza di amianto oltre i limiti consentiti, avvalendosi di un responsabile del rischio, figura che ad oggi solo Liguria e Marche hanno disciplinato.

L’Agenzia Nazionale Amianto avrà il potere di acquisire censimenti e piani regionali, coordinerà a livello nazionale la vigilanza e formerà personale ispettivo e tecnico per lo smaltimento e la bonifica. La rimozione dell’amianto è motivo di responsabilità sociale e atto di giustizia.

All’ex Isochimica di Avellino, un’azienda dove dal 1982 al 1988 sono state scoibentate le carrozze delle Ferrovie dello Stato, sono stati interrati senza cautela oltre due milioni di chili di amianto. Sono rimasti lì per due decenni a ridosso di un campo da calcio, nel pieno del centro abitato. Con le nuove norme il datore di lavoro dovrà occuparsi non solo dei dipendenti, ma della comunità rispondendo anche dell’esposizione al rischio per le aree circostanti. E dovrà essere avviata la riconversione e riqualificazione delle aree industriali dismesse. Sarà poi obbligatorio per il medico segnalare l’accertamento della patologia ai Centri operativi regionali e questi ultimi dovranno comunicarlo all’Inail affinché sia aggiornato il registro dei mesoteliomi, a cui andranno aggiunti anche tutti i tumori determinati dalle fibre asbestiformi.

Per ora la gestione diversificata dei Centri operativi ha creato il risultato di una ‘geografia’ delle malattie non realistica né omogenea. E intanto le vittime sono costrette a sostenere a proprie spese lunghi dibattimenti nei confronti di imputati particolarmente anziani o privi di patrimoni sufficienti a soddisfare i risarcimenti.

Con il nuovo Testo Unico si garantisce il patrocinio a spese dello Stato, così da sostenerle nella costituzione di parte civile. Ci sono poi le difficoltà probatorie, processi penali che insorgono a distanza di decenni, lungaggini che portano a prescrizione. Rimane lo smarrimento provocato dalla sentenza della Corte di Cassazione sul caso Eternit. L’oggetto del processo era il disastro ambientale e la prescrizione ha portato all’annullamento di ogni risarcimento.

Ora c’è attesa per l’Eternit bis in cui si contesta all’industriale svizzero Stephan Schmidheiny, unico imputato rimasto in vita, l’omicidio volontario continuato pluriaggravato di 256 persone, tra dipendenti e abitanti.  Con le nuove norme si chiede che i termini di prescrizione e delle indagini preliminari vengano raddoppiati e che le testimonianze e le perizie, avendo le vittime un’aspettativa di vita ridotta, siano anticipate nella fase di indagine. Il ddl che contiene il Testo Unico sarà ora assegnato alle commissioni competenti per poi passare alla discussioni in Aula insieme alle integrazioni delle associazioni che si battono per un Paese libero dall’amianto. Con l’augurio che dopo oltre vent’anni almeno l’iter sia celere.

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