martedì 14 febbraio 2017

Roma, Berdini: “Le mie dimissioni sono irrevocabili. Le periferie degradano, ma Raggi pensa allo stadio”.

L'assessore all'Urbanistica, da sempre contrario al nuovo impianto a Tor di Valle, lascia il Campidoglio. E attacca la giunta 5 Stelle: "Dovevamo riportare la città nella piena legalità e trasparenza, invece si continua sulla strada dell’urbanistica contrattata, che ha provocato immensi danni a Roma".
 
Roma, Berdini: “Le mie dimissioni sono irrevocabili. Le periferie degradano, ma Raggi pensa allo stadio”
“Era mia intenzione servire la città mettendo a disposizione competenze e idee. Prendo atto che sono venute a mancare le condizioni per poter proseguire il mio lavoro. Mentre le periferie sprofondano in degrado senza fine e aumenta l’emergenza abitativa, l’unica preoccupazione sembra essere lo stadio della Roma“. Paolo Berdini, assessore all’Urbanistica della giunta di Virginia Raggi, si è dimesso in modo irrevocabile dall’incarico. A comunicarlo è stato lui stesso in una nota.
Al centro della questione c’è il progetto del nuovo impianto sportivo per il quale l’As Roma ha con il Campidoglio un accordo che risale al 2014: l’assessore all’Urbanistica chiedeva forti tagli alla parte commerciale del progetto e aveva sempre espresso una posizione contraria alla costruzione del nuovo impianto, mentre la giunta era intenzionata a costruirlo nell’area dell’ex ippodromo di Tor di Valle seppur aprendo una discussione sulla riduzione delle cubature. E nella nota che annuncia le sue dimissioni, Berdini prosegue l’affondo contro la giunta 5 Stelle. “Dovevamo riportare la città nella piena legalità e trasparenza delle decisioni urbanistiche, invece si continua sulla strada dell’urbanistica contrattata, che come è noto, ha provocato immensi danni a Roma“.

Ma lo stadio non è stato l’unico punto di attrito con la giunta Raggi: già nei giorni scorsi Berdini aveva annunciato le sue dimissioni, che la sindaca aveva accettato “con riserva”. Un passo indietro deciso dopo le dichiarazioni dell’assessore uscite su La Stampa, dove accusava la sindaca M5s di essersi circondata di una “corte dei miracoli” e aveva ipotizzato un legame sentimentale con Salvatore Romeo, l’ex capo della segreteria del Campidoglio che aveva intestato una polizza alla Raggi.

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