venerdì 31 marzo 2017

Nord di Roma. 1 Aprile tutti al Lago di Trevignano contro la padrona delle acque ACEA spa.

A titolo di cronaca ricordiamo che è sempre l'Acea a controllare al 100% la CREA, società che gestisce il Servizio Idrico Integrato, nel Comune di Campagnano di Roma.

redazione diffusa CampagnanoR@P 


Tutti i residenti di Campagnano conoscono le inadempienze di questa società, dalla mancata puntualità nell'invio delle bollette alle ripetute interruzioni di servizio fino alla totale sospensione per ben 2 anni della possibilità di utilizzare l'acqua per qualsiasi uso umano a causa dell'eccessiva presenza di arsenico e fluoro, nota peraltro da oltre 12 anni. Le sensibili e sollecite amministrazioni comunali che si sono succedute in questi anni hanno messo mano al problema l'ultimo giorno disponibile, poi hanno usato il massimo di tempo concesso dalla legge per mettersi in regola con un impianto di dearsenificazione, per inciso finanziato dalla Regione Lazio, sempre soldi pubblici cioè anche nostri.
Tralasciamo la procedura di selezione dell'impresa che ha vinto l'appalto e la tipologia di impianto scelto, ma ricordiamo che i maggiori costi dovuti alla depurazione ricadranno, da quest'anno, sui residenti di Campagnano
Nel frattempo è cambiata l'Amministrazione Comunale e la concessione trentennale per la gestione del servizio idrico scadrà nel 2021. La domanda è semplice: la nuova e giovane Amministrazione ha intenzione di riportare il servizio idrico in ambito pubblico, ovvero gestione diretta del Comune, rispettando la volontà dei cittadini italiani compresi quelli di Campagnano, oppure rinnoverà la concessione all'unico soggetto societario "affidabile" cioè ACEA per altri lunghi 30, o 300, anni?



Forse non tutti si ricordano del Referendum per l'acqua pubblica vinto dai cittadini italiani nel 2011, che indicava il bene comune acqua, proprio per la natura di bene comune, non soggetto a produrre reddito e pertanto non remunerativo per aziende private, non avendo utili da distribuire agli azionisti.
Tutti i vari Governi che si sono succeduti in questi anni si sono ben guardati da legiferare in materia, dando una bella prova di quanto contino le decisioni dei cittadini espresse nella forma più democratica possibile.
Comunque questa è storia e la battaglia per l'acqua bene comune va avanti. Passiamo alla cronaca di questi giorni.
Il fatto è abbastanza noto l'Acea capta acqua dal lago di Bracciano 900/1000 litri secondo con conseguente abbassamento e stravolgimento dell'ecosistema e con impatto negativo su vari comparti economici compreso quello turistico.
Non siamo così ingenui da non capire che il problema è complesso e che deve essere affrontato in modo sistemico coinvolgendo in maniera trasversale tutti i vari centri decisionali a tutti i livelli: dal Comune al Governo passando per Assessorati e Ministeri fino alla così detta società civile. Di nuovo la domanda è semplice: esiste la consapevolezza dell'importanza di questo tema? Come intende approcciare a questo tema la nostra Amministrazione, supponendo che abbia la volontà di affrontarlo per cercare soluzioni eque, sostenibili e rispettose della volontà popolare?

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