sabato 29 luglio 2017

Nord di Roma. Lago di Bracciano. Scongiurato il razionamento dell'acqua a Roma e prolungati i prelievi dal Lago di Bracciano. I comitati insorgono: "La Regione smentisce se stessa".

Il Campidoglio aveva chiesto lo stato d'emergenza, il Governo valuterà nei prossimi giorni.


Scongiurato il razionamento dell'acqua, i problemi sono ancora ben lontani dalla soluzione. La Regione Lazio ha emesso una nuova ordinanza che rinvia lo stop alle captazioni dal Lago di Bracciano, riserva idrica della Capitale a serio rischio di disastro ambientale a causa dei prelievi e della siccità, al 1° settembre. Per il momento, Acea Ato2 Spa, controllata della municipalizzata Acea, potrà continuare a prelevare acqua dal lago ma in misura ridotta. Se prima era consentita la captazione di 1100 litri al secondo, fino al 10 agosto l'azienda potrà prelevarne 400 l/s, e dall'11 fino all'inizio di settembre 200 l/s. L'accordo raggiunto dalla Regione Lazio e da Acea consente così di evitare turnazioni di otto ore per circa un milione e mezzo di cittadini romani.
Dopo i diversi allarmi lanciati dai Comuni della zona e le richieste di intervento urgente dei Comitati che si battono per la tutela dell'ecosistema del lago, l'ente guidato da Nicola Zingaretti, attraverso la Direzione Generale delle risorse idriche, aveva disposto lo stop alle captazioni a partire da venerdì 28 luglio. I vertici tra le parti, Regione e Acea, e lo scontro politico con il Comune, azionista di maggioranza di Acea, alla fine hanno portato all'intesa. Ma non tutti sono contenti: "Siamo estremamente critici nei confronti di questo accordo che è totalmente contraddittorio rispetto alla posizione iniziale presa dalla Regione Lazio", dice all'HuffPost Francesco Falconi, avvocato del Comitato per la difesa del Lago di Bracciano. "La Regione ha smentito se stessa e questa decisione non denota altro che la mancanza di coraggio istituzionale".

"La Regione è la stessa che costituendosi presso il Tribunale delle acque aveva detto in modo netto che Acea disponeva di acqua a sufficienza per i romani anche senza i prelievi da Bracciano", continua Falconi. "Era la stessa azienda ad aver ammesso, secondo la Regione, di poter captare 1770 l/s da fonti alternative a Bracciano". Secondo il Comitato la contraddizione è lampante: "Hanno usato questo dato per sconfessare in sede giudiziale le pretese di Acea, e ora adottano un provvedimento che è completamente opposto".
L'emergenza Bracciano è così rinviata a settembre. Perché, stando all'accordo preso oggi, dall'1/9 ci sarà lo stop ai prelievi dal lago. "È evidente che si tratta di un provvedimento ponte per traghettare Acea da qui fino a quando non interverrà il Governo con uno stato d'emergenza", continua Falconi. "Come se i cittadini di Roma avessero un privilegio rispetto agli altri. Velletri, per dirne una, in questo momento sta facendo le turnazioni per l'acqua, e ha un ospedale. E nessuno ha mai detto nulla". Dal canto suo, il ministro dell'Ambiente Galletti ha dichiarato di aver preso atto della richiesta dello stato d'emergenza della Regione: "Stiamo valutando, se ci sono le condizioni il Governo interverrà".
A Bracciano non sono soddisfatti neanche della riduzione delle captazioni: "E chi li controlla? Sono cinque mesi che chiediamo di nominare qualcuno per controllare la reale entità dei prelievi. In questo momento il Lago ha bisogno di uno stop alle captazioni a tutela della riserva idrica e non solo del suo habitat. In un posto normale il sindaco di una città che vede la sua municipalizzata dell'acqua disperdere quasi il 50% della sua risorsa l'avrebbe portato in Tribunale e licenziato i dirigenti", conclude Falconi.

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