giovedì 16 novembre 2017

Cosa crediamo, cosa vogliamo

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Ve l’abbiamo detto, siamo pazzi: perché troviamo innaturale quello che a tanti fanno credere che sia normale: la miseria, lo sfruttamento, la guerra di tutti contro tutti, la devastazione dell’ambiente. Siamo pazzi perché pensiamo che, se ci mettiamo insieme, tutto ciò possa cambiare. Per questo sappiamo che non possiamo limitarci a protestare, ma dobbiamo dire chiaramente dove vogliamo andare e che vogliamo fare. Ecco quindi la nostra dichiarazione di intenti, il nostro programma. Che poi è quello che milioni di persone in questi anni di crisi hanno chiesto con forza con scioperi, petizioni, cortei, occupazioni...
Ora vogliamo discuterlo, precisarlo e realizzarlo insieme a tutti. Per produrre da subito un cambiamento reale.

1. VOGLIAMO LA LIBERTÀ. VOGLIAMO UNA VERA DEMOCRAZIA

Noi crediamo che ogni essere umano debba avere la possibilità di determinare il proprio destino.
Oggi invece non siamo liberi, né come singoli né come collettività. Il potere è nelle mani di pochi – banche, multinazionali, manager, mafiosi – che con il denaro controllano la politica e le istituzioni. Per questo l’unica legge che conta è quella del profitto e la corruzione è diffusa a tutti i livelli.
Noi vogliamo cambiare le attuali forme di governo, che sono pensate per escluderci, e realizzare una vera “democrazia”, che alla lettera non vuol dire altro che “potere del popolo”. Noi vogliamo controllare dal basso tutte le amministrazioni e creare nuove forme di partecipazione, che rispecchino i nostri veri bisogni e interessi.

2. VOGLIAMO LAVORARE TUTTI E LAVORARE MENO

Noi crediamo che tutti debbano contribuire al benessere della collettività con il lavoro, da ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni.
Oggi c’è chi è costretto ad ammazzarsi di straordinari e chi è disperato perché non riesce a trovare un impiego, ci sono anziani che vorrebbero andare in pensione ma non possono e giovani condannati ad essere inattivi. Lo stesso progresso tecnologico, che pure potrebbe alleviare la fatica e farci lavorare meno tempo, produce solo maggiore disoccupazione e sfruttamento. Quest’organizzazione del lavoro non ha alcun senso: è funzionale solo ai profitti di banche e padroni. 
Noi vogliamo combattere le scelte politiche ed economiche che producono disoccupazione, sfruttamento ed emigrazione, vogliamo una distribuzione e organizzazione del lavoro egualitaria e che valorizzi le capacità di ciascuno. Pensiamo che al rifiuto dei datori di lavoro di assicurare piena occupazione, alle multinazionali che prendono i soldi e poi scappano, bisogna rispondere togliendo loro i mezzi di produzione e dandoli alla collettività, in modo che tutti possano avere un lavoro e un alto tenore di vita.

3. VOGLIAMO LA REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA

Noi crediamo che tutti debbano poter godere della ricchezza che è frutto del lavoro.
Oggi invece la nostra società è caratterizzata dal massimo livello di ricchezza e contemporaneamente dal massimo livello di disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza. Questa è la dimostrazione pratica che il capitalismo non funziona. Queste enormi ricchezze sono frutto di una costante rapina che si realizza per mezzo di bassi salari, della precarietà, del lavoro nero, delle basse pensioni, dell’evasione fiscale e della corruzione.
Noi vogliamo riavere indietro tutto ciò che ci è stato tolto, usare subito a scopi sociali tutta la ricchezza che produciamo ogni giorno.

4. VOGLIAMO CASE PER TUTTI E CITTÀ VIVIBILI

Noi crediamo che la casa sia un diritto. Ripararsi è un bisogno primario, come mangiare, bere e respirare.
Oggi invece la possibilità di avere una casa è legata alla disponibilità economica di acquistarla o di affittarla, ovvero di far realizzare a banche e padroni un profitto. Palazzinari, banche e speculatori fanno i prezzi del mercato e tengono persino le case sfitte, spingendo sempre di più le persone in lontane e invivibili periferie.
Noi vogliamo un grande piano di edilizia popolare che preveda la riqualificazione degli immobili disponibili nelle nostre città, un moderno equocanone che contenga i fitti, spazi verdi e reali servizi di trasporti pubblici che facilitino la vita agli abitanti delle periferie e ai pendolari.

5. VOGLIAMO LA TUTELA DELLA SALUTE, DELL’AMBIENTE E DEI TERRITORI

Noi crediamo che la salute sia una cosa essenziale, l’indice su cui si misura il progresso di una società e che non possa essere subordinata al profitto o a interessi privati come quelli delle case farmaceutiche.
Oggi invece solo chi paga o chi ha “le giuste conoscenze”, può permettersi un servizio sanitario di qualità e senza attese infinite per una visita o un esame clinico. La sanità pubblica viene smantellata, aziendalizzata ed è sempre più legata a clientele politiche.
Noi vogliamo una sanità gratuita, efficiente e sottoposta al controllo popolare, vogliamo l’aumento delle campagne di prevenzione. Diritto alla salute per noi significa anche sicurezza sui posti di lavoro, fine della devastazione ambientale e dell’inquinamento delle città: vogliamo regole certe e che vengano rispettate, la bonifica dei territori e la loro messa in sicurezza, un piano di manutenzione idrogeologico.

6. VOGLIAMO UN’ISTRUZIONE ACCESSIBILE A TUTTI, GRATUITA, LIBERA, DI QUALITA'

Noi crediamo che l’istruzione e la cultura debbano essere finalizzate al progresso dell’individuo e della collettività.
Oggi invece il comparto della formazione e dell’istruzione sono sempre più in via di smantellamento e privatizzazione, non ci sono abbastanza asili e nidi, i programmi sono standardizzati, abbiamo scuole e università di serie A - che si pagano a caro prezzo - e di serie B - che sono situate in strutture fatiscenti, dove mancano anche le attrezzature di base (dalle palestre, ai laboratori, alla carta igienica!), e che offrono un servizio
mediocre.
Noi vogliamo un’istruzione accessibile a tutti, borse di studio e servizi per gli studenti, programmi di sostegno validi e strutture adeguate per i ragazzi affetti da handicap fisici o mentali, scuole pubbliche e agibili. Vogliamo un’istruzione che ci insegni a decidere con la nostra testa e non a obbedire ciecamente, a cooperare e non a competere, a valorizzare le nostre inclinazioni, a interrogarci costantemente e a migliorare insieme agli altri.

7. VOGLIAMO LUOGHI DI AGGREGAZIONE, CULTURA E SPORT PER TUTTI

Noi crediamo che, per potersi realizzare pienamente, all’essere umano serva molto di più che vedere soddisfatti i propri bisogni primari. Nutrire la propria mente e curare il proprio corpo sono esigenze importanti che dovrebbero essere garantite a tutti.
Oggi invece dobbiamo pagare per lo sport, per leggere, per sentire un concerto, vedere un film o godere dell’arte. Non abbiamo posti dove poterci confrontare liberamente, dove fare musica, arte, sport fuori dalle regole commerciali e della competizione selvaggia, dove sperimentare, dove poter giocare ed entrare in contatto con gli altri: in quelli che ci sono vigono solo i dettami del profitto.
Noi vogliamo luoghi di aggregazione, palestre e campetti sportivi, possibilità di accedere a cinema, teatri, concerti e tutto quello che ci serve per svilupparci come esseri umani. Pensiamo che se lo Stato non garantisce tutto questo è legittimo prendersi quello che serve e destinarlo all’uso della comunità.

8. VOGLIAMO GIUSTIZIA

Noi crediamo che la giustizia non coincida con la legalità, anzi, che molte leggi siano chiaramente ingiuste. Crediamo che la legge debba essere al servizio del popolo, proteggerlo contro gli abusi e le ingiustizie e non perpetuare un sistema iniquo.
Oggi invece la legge tutela solo i privilegiati: le carceri sono piene di persone che hanno commesso piccoli reati mentre i politici corrotti o i colpevoli delle grandi truffe e dei crack finanziari se ne vanno in giro indisturbati. Con la legge si tutela chi vuole licenziare e sfruttare e non chi protesta perché ha perso il lavoro, chi tiene le proprie proprietà sfitte e non chi lotta per il suo diritto alla casa.
Noi vogliamo cambiare le leggi che non sono fatte nell’interesse della maggioranza, e sostituirle con altre che, in materia di giustizia penale, fiscale e civile, garantiscano un’uguaglianza formale e  di fatto, il diritto alla libertà, alla propria realizzazione e a un’esistenza sicura.

9. VOGLIAMO LA FINE DELLE DISCRIMINAZIONI E IL RISPETTO DEI DIRITTI CIVILI

Noi crediamo che tutti gli uomini e le donne siano uguali e che a tutti debbano essere date le stesse possibilità, perché con lo sviluppo delle loro capacità e con le loro differenze possano arricchire la collettività.
Oggi invece vediamo imporsi tanti tipi di discriminazioni, in particolare contro le donne e contro gli immigrati, ma anche contro i portatori di handicap, rispetto alla provenienza geografica, alla religione, o all’orienta-
mento sessuale. Queste discriminazioni servono a creare divisioni fra noi tutti grazie alle quali continuare a dominarci e a sfruttarci.
Noi vogliamo la fine immediata di queste discriminazioni, vogliamo combattere il sessismo e il razzismo, sia nelle leggi che nella società, sia all’interno delle case che dei posti di lavoro, per giungere all’unità di tutti gli sfruttati.

10. VOGLIAMO LA PACE E LA FRATERNITÀ FRA I POPOLI 

Noi crediamo nella pace tra i popoli, crediamo che l’unica guerra che debba essere combattuta sia quella degli sfruttati contro i loro sfruttatori.
Oggi invece viviamo in una costante situazione di guerra: i conflitti sono in continuo aumento, come le vittime e i profughi. Queste guerre vengono fatte strumentalizzando i popoli, solo per proteggere gli interessi dei potenti. Per farle gli Stati spendono i nostri soldi, che potrebbero essere indirizzati al benessere collettivo.
Noi vogliamo la fine delle guerre, il ritiro dalla NATO e il taglio delle spese militari, la smilitarizzazione dei territori, la fine delle servitù militari. Sappiamo però che senza giustizia non può esserci pace, per questo vogliamo sviluppare una vera solidarietà internazionale, e sostenere le lotte per il diritto all’autodeterminazione di qualunque popolo sia oppresso (palestinesi, curdi, baschi etc.). Vogliamo che tutti i popoli del mondo abbiano il potere di esprimersi sulla loro terra e sulle grandi questioni del pianeta.

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