venerdì 13 aprile 2018

Condotte, sciopero e presidio per salvare il futuro di 3.000 lavoratori


 controlacrisi
Si è tenuta mercoledì l’assemblea dei lavoratori di Condotte Spa,terzo gruppo italiano delle costruzioni con circa 3000 dipendenti, che all’inizio del mese di gennaio ha presentato al Tribunale di Roma istanza di concordato in bianco. Lavoratori e sindacati hanno espresso fortissima preoccupazione per la difficile situazione finanziaria dell’impresa che dichiarano “mette a rischio gli attuali livelli occupazionali e le commesse sia estere che domestiche.” Intanto, arriva l'annuncio di due ore di sciopero aziendale per lunedì16 aprile e, fanno sapere le organizzazioni sindacali, il tavolo è stato aggiornato al giorno 19 aprile “giorno in cui – concludono - organizzeremo un presidio presso il Mise a sostegno della vertenza, perché dall'incontro ci aspettiamo risposte chiare e positive.”


In particolare hanno sottolineato “la mancanza di informazioni da parte dell’azienda, il blocco del Durc e i suoi effetti e la perdita di commesse in vari Paesi esteri, tra cui la Norvegia, che hanno comportato licenziamenti e dispersione di risorse umane strategiche per garantire la continuità aziendale.”
Già nella riunione del tavolo permanente istituito presso il Mise lo scorso 28 marzo le organizzazioni sindacali avevano chiesto all’impresa maggiore chiarezza sul futuro e la necessità di formulare un piano industriale per la salvaguardia dei posti di lavoro e del patrimonio di professionalità interno. “Crediamo – aggiungono - che occorra chiarezza e responsabilità nella gestione di questa importante vertenza, in un settore che rappresenta uno dei comparti fondamentali per la ripresa. Le grandi imprese di costruzione in Italia rappresentano un patrimonio di know how e di capacità realizzativa che deve essere tutelato alla pari di altri grandi gruppi industriali.”
Intanto i sindacati annunciano due ore di sciopero aziendale per lunedì16 aprile e fanno sapere che il tavolo è stato aggiornato al giorno 19 aprile “giorno in cui – concludono - organizzeremo un presidio presso il Mise a sostegno della vertenza, perché dall'incontro ci aspettiamo risposte chiare e positive.”

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