mercoledì 18 aprile 2018

Legge e Giustizia. Stefano era Davide contro Golia. E Golia era l'anti-Stato.

All'udienza di ieri hanno testimoniato i Carabinieri che videro Stefano la prima notte dopo il suo arresto e lo accompagnarono poi in Tribunale la mattina in cui si tenne l'udienza di convalida.
 
 


Stefano Cucchi stava male. Gli faceva male la testa, l'addome, e camminava con difficoltà. Tremava tutto. Coloro che lo accompagnarono in Tribunale, Mollica e Schirone, rimasero turbati dalle condizioni in cui stava mio fratello.
Schirone ne aveva chiesto spiegazione a Tedesco, quando si erano incontrati a piazzale Clodio.
"Ma hai visto come sta messo questo?"
"È stato poco collaborativo al foto segnalamento ", gli aveva risposto Tedesco.
Ma anche i piantoni della caserma di Tor Sapienza avevano notato le precarie condizioni di quell'arrestato.
"Il Cucchi suonava il campanello - aveva scritto il cc Colicchio Gianluca nella sua annotazione di servizio del 26 ottobre 2009 - e dichiarava di aver forti dolori al capo, giramenti di testa, tremore e di soffrire di epilessia".


Il cc Di Sano così scriveva nella sua, sempre il 26 ottobre 2009:
" ...Riferiva di avere dolori al costato e tremore dovuto al freddo e di non poter camminare".

Poi, inspiegabilmente venivano redatte altre due annotazioni con stessa data e stesso numero di protocollo informatico regolarmente sottoscritte dai due stessi Carabinieri. Ma in queste ultime scomparivano magicamente i forti dolori al capo, al torace, i giramenti di testa di mio fratello. Più nessuna traccia della sua difficoltà a camminare.
"Il signor Cucchi denunciava un malessere generale per la sua tossicodipendenza, per la sua magrezza e per la scomodità della branda in acciaio".

"Riferiva di essere dolorante alle ossa sia per la temperatura freddo/umida che per la tavola del letto (priva di materasso e cuscino) ove comunque aveva dormito per poco tempo, dolenzia accusata per la sua accentuata magrezza".

Ieri Colicchio non ha saputo spiegare il perché di queste strane correzioni affermando comunque che pur essendo sua la firma anche nella relazione "corretta", quelle scritte non erano parole sue.
Di Sano invece ha candidamente ammesso di averla fatta (quella nuova e corretta) su esplicita richiesta dei suoi superiori che lo avevano invitato a essere meno "specifico" nella descrizione di Stefano Cucchi per come lo avevano visto quella notte nella caserma di Tor Sapienza.
Alcune delle telefonate partite da quella caserma quella notte non sono state trovate dalla Polizia che ha esaminato le registrazioni acquisite dalla Procura.
Che posso dire di più?
Tutti i carabinieri coinvolti nella vicenda di mio fratello sono stati chiamati dal comando provinciale per riferire quanto avevano visto e sentito. Alcuni prima ancora di essere sentiti dai magistrati inquirenti. Non vi è nessun verbale di quella riunione e non si sa nulla di ciò che è stato detto.
Ora, come cittadina mi chiedo: ma è normale tutto questo? Ripenso a quegli anni di processi sbagliati e di umiliazioni subite mentre tutto questo accadeva alle nostre spalle, sulle nostre teste.
Eravamo come Davide contro Golia. Ma Golia non era lo Stato, era l'anti Stato.

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