contropiano michele franco
La straordinaria riuscita dell’assemblea di Potere al Popolo in uno stracolmo cinema Modernissimo va ben oltre il dato, importante, dell’avvio e della presentazione della campagna elettorale della Lista.
Chi
era presente e quanti hanno seguito le dirette web hanno avuto modo di
cogliere alcuni aspetti positivi che, a mio avviso, travalicano il pur
significativo passaggio elettorale che ci apprestiamo a compiere
collettivamente.
Già
dalla composizione della platea si è potuto riscontrare una presenza
veramente composita e trasversale: non solo gli attivisti di sempre del
conflitto metropolitano partenopeo ma tantissimi volti di compagne e
compagni ritornati ad “affacciarsi” ad un evento politico dopo la lunga
fase delle delusioni, delle frantumazioni e delle sconfitte male
metabolizzate.
Inoltre
erano presenti esperienze di impegno civile, associativo e di base che –
finalmente – iniziano a porsi il tema della “politica”, del “progetto
collettivo” e, quindi, dell’alternativa possibile dopo il lungo
inalveamento nelle piccole “nicchie di resistenza” dignitose ma, nel
lungo periodo, inefficaci.
Una
assemblea, insomma, che per qualità e quantità ha rappresentato uno
spaccato culturale, sociale e politico che nell’area napoletana, nei
mesi e negli anni recenti, ha alimentato quel conflitto diffuso ed
articolato che non si è arreso alle politiche di massacro sociale, alla
normalizzazione autoritaria della società e che, seppur in maniera
parziale e spesso spuria, ha espresso anche elementi di programma e di
linea di condotta alternativi alla filosofia dell’austerity ed al
complesso delle misure antisociali perpetrate dai governi nazionali e
dall’Unione Europea.
Poi
c’è – come è utile che sia in questo tornante della vicenda politica
italiana – il tema elettorale e la scommessa di Potere al Popolo.
Da
questo punto di vista l’assemblea di domenica 14/1 al Modernissimo di
Napoli, coordinata da una bravissima Francesca Fornario, ha
efficacemente squadernato elementi programmatici ed analitici della
realtà, testimonianze di lotta e di resistenze unitamente alle biografie
personali dei vari candidati che costituiscono il “gruppo di mischia” (pardon: la lista!) che Potere al Popolo ha costruito unitariamente a Napoli e che, da subito, condurrà la campagna elettorale che si sta aprendo.
Questa intrapresa – la nostra intrapresa -non sarà una passeggiata e non troveranno red carpet i candidati e gli attivisti di Potere al Popolo chi si approssimano a tale campagna elettorale.
A
Napoli come altrove lo scontro sarà durissimo. Al di là della abituale
censura mediatica e delle vigenti restrizioni antidemocratiche che
caratterizzano i copioni delle campagne elettorali – come Potere al
Popolo – ci scontreremo con autentiche macchine da guerra, con
scienziati del consenso elettorale e con apparati affaristici e
speculativi che non lesineranno ad utilizzare l’intero armamentario di
cui dispongono.
Fiumi
di soldi, promesse fantasiose ma ancora “realistiche” agli occhi di
ampi settori della società ed uso privatistico di strutture, beni e
servizi pubblici saranno le leve materiali con le quali incideranno per
costruire il consenso elettorale alle politiche di restaurazione e di
consolidamento del loro potere.
Da
parte nostra – pur confidando sulle nostre sacrosanti ragioni – abbiamo
una montagna da scalare ed un percorso controcorrente da compiere: i
nostri voti, il consenso e, preferibilmente, il protagonismo attivo
attorno ai nostri contenuti programmatici dovranno essere conquistati ad
uno ad uno contrastando e contendendo l’egemonia a fascisti, razzisti ed all’intera gamma di liberisti più o meno camuffati che affollano il parterre elettorale.
I nostri,
la nostra gente, i settori sociali con cui vogliamo dialogare – il
blocco sociale di riferimento per una opzione anticapitalista – insomma
quelli che potrebbero votarci e che sarebbe bene provare ad organizzare o
non votano o, almeno le ultime volte, hanno votato per il “meno
peggio”.
E’
a questi soggetti – a chi vive l’intera gamma delle forme con cui oggi
si configura il moderno sfruttamento capitalista – che dobbiamo
rivolgerci. Soggetti e figure sociali, spesso invisibili, che popolano
le periferie napoletane, la sua sgangherata area metropolitana e che
sono cancellati, di fatto, da ogni forma di cittadinanza attiva.
Più
volte si è ricordato che proprio a Napoli (anche alle ultime elezioni
comunali) si sono registrati i più alti picchi di astensionismo anche
se, come è accaduto con la partecipazione al voto del Referendum del 4
dicembre 2016, questa fenomenologia si affloscia se incontra una domanda
politica ed una sollecitazione vera e chiara per chi deve esprimersi.
Gli
interventi all’assemblea del Modernissimo hanno parlato di tale materia
sociale, i volti, i corpi e le biografie di chi ha “messo la faccia”
nelle liste, i compagni che hanno portato il loro saluto ed il proprio
contributo analitico e di vicinanza si sono cimentati con questa
discussione e con i compiti politici e pratici che né derivano fin da
ora.
E’
partita la raccolta delle firme necessarie alla presentazione di Potere
al Popolo, è iniziata la campagna elettorale che – come è noto – non è
cosa diversa o separata dal quotidiano attivismo che contraddistingue
tutti i soggetti collettivi ed individuali che animano questa Lista.
Su
questo terreno misureremo il nostro impegno, l’entusiasmo che stiamo
suscitando ed accumulando ma – ed è bene dirlo subito – anche la nostra
profonda alterità ad ogni suggestione trasformista, ad ogni politicismo
assurdo e miserevole e ad ogni tentativo, più o meno camuffato, di
sussumere e cancellare la radicale voglia e richiesta di rottura
politica e di trasformazione sociale che sta montando.
Lo faremo in queste settimane ma – ed è questo il nostro viatico – anche dal 5 marzo in poi!
Al lavoro ed alla lotta!
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