I pentastellati aprono a una parziale legalizzazione della droga leggera dal blog di Beppe Grillo. Una presa di posizione importante che arriva dopo le dichiarazioni di Sel, e parte di Pd e Lega Nord.
«Mi sembra che la legge sia
condivisibile. Non ho avuto modo di leggere il testo, che infatti è sul
blog per quello, ma mi pare sia il tempo di legalizzare la cannabis». Il
senatore 5 stelle Andrea Cioffi rilancia così la proposta del collega della camera Vittorio Ferraresi, autore di un disegno di legge che vorrebbe depenalizzare e legalizzare la coltivazione personale della cannabis,
pubblicato sul blog di Grillo
,
anche se pronto a subire modifiche, «seguendo i vostri consigli,
proposte e critiche».
Così la cannabis, dopo la Bossi-Fini, diventa però il terreno per una sfida del Movimento 5 stelle al Pd e per un attacco al governo. «Se proponiamo una cosa è perché pensiamo sia giusto, e non perché cerchiamo polemica», chiarisce Cioffi. Poi però il dubbio affiora: «certo sarebbe lecito chiedersi perché un deputato del Pd non può votare quello che pensa sia giusto e deve invece sempre preoccuparsi di altro». Il principio potrebbe esser ribaltato, dai democratici, tirando in ballo il rapporto tra i parlamentari 5 stelle e il blog del leader, ma così è: «i deputati dovrebbero liberarsi dai diktat del loro partito», auspica Cioffi.
La proposta dei 5 stelle, in realtà, si inserisce in un dibattito che anima proprio il Pd e che ha portato il senatore democratico Manconi a presentare una proposta di legge molto simile a quello di Ferraresi. Si inserisce poi nelle dinamiche di governo, nel rapporto tra alleati. Se Alfano ha detto «se la sinistra vuole legalizzare la marijuana e aprire alle adozioni gay noi ce ne andiamo un minuto prima», non è un caso che la renziana Picierno abbia detto «sì» alla legalizzazione escludendo però che possa rientrare nel patto di governo. Al momento.
«Non vedo il dramma», dice però un altro 5 stelle, Michele Giarrusso, «se legalizzando la cannabis riusciamo pure a cacciare Alfano». «Due piccioni con una fava», dice il senatore. Che anzi sulla proposta («il cui merito va ai colleghi che studiano da tempo il tema», precisa) si dice pronto a lavorare da subito. «Ora vado in commissione giustizia», annuncia, «e nelle pause parlerò con i colleghi del Pd». Lui è più speranzoso di Cioffi: «In molti sanno che sgraveremmo giustizia e carceri, e toglieremmo molto lavoro alla bassa malavita».
Così la cannabis, dopo la Bossi-Fini, diventa però il terreno per una sfida del Movimento 5 stelle al Pd e per un attacco al governo. «Se proponiamo una cosa è perché pensiamo sia giusto, e non perché cerchiamo polemica», chiarisce Cioffi. Poi però il dubbio affiora: «certo sarebbe lecito chiedersi perché un deputato del Pd non può votare quello che pensa sia giusto e deve invece sempre preoccuparsi di altro». Il principio potrebbe esser ribaltato, dai democratici, tirando in ballo il rapporto tra i parlamentari 5 stelle e il blog del leader, ma così è: «i deputati dovrebbero liberarsi dai diktat del loro partito», auspica Cioffi.
La proposta dei 5 stelle, in realtà, si inserisce in un dibattito che anima proprio il Pd e che ha portato il senatore democratico Manconi a presentare una proposta di legge molto simile a quello di Ferraresi. Si inserisce poi nelle dinamiche di governo, nel rapporto tra alleati. Se Alfano ha detto «se la sinistra vuole legalizzare la marijuana e aprire alle adozioni gay noi ce ne andiamo un minuto prima», non è un caso che la renziana Picierno abbia detto «sì» alla legalizzazione escludendo però che possa rientrare nel patto di governo. Al momento.
«Non vedo il dramma», dice però un altro 5 stelle, Michele Giarrusso, «se legalizzando la cannabis riusciamo pure a cacciare Alfano». «Due piccioni con una fava», dice il senatore. Che anzi sulla proposta («il cui merito va ai colleghi che studiano da tempo il tema», precisa) si dice pronto a lavorare da subito. «Ora vado in commissione giustizia», annuncia, «e nelle pause parlerò con i colleghi del Pd». Lui è più speranzoso di Cioffi: «In molti sanno che sgraveremmo giustizia e carceri, e toglieremmo molto lavoro alla bassa malavita».
Nessun commento:
Posta un commento