La soglia di attenzione «è massima». Tanto che il ministero della
Salute, sul caso dell’acqua regionale all’arsenico e all’amianto in
alcune zone di Roma Nord, ha già acceso tutti i radar.
ilmessaggero.it di Simone Canettieri e Lorenzo De Cicco
Il dossier - con le vie e gli impianti coinvolti nei Municipi XIV e XV -
è sul tavolo di Beatrice Lorenzin dal primo giorno. Da quando cioè è
scoppiato lo scandalo degli acquedotti dell’Arsial, l’agenzia regionale
considerata da sempre un bancomat della politica, un carrozzone che alla
prova dei fatti non sta dando risposte agli utenti dei quartieri
travolti dal grave disservizio. Una faccenda grave che vede il dicastero
della Salute in prima linea, seppur con la massima discrezione per non
creare ulteriore panico. Un allarme che viene preso sul serio. E le
interrogazioni che in questi giorni stanno arrivando da entrambi i rami
del Parlamento non fanno altro che consolidarlo.
I CONTROLLI
Il ministro Lorenzin, come vuole il protocollo, ha allertato subito gli
uffici della Direzione Prevenzione. Obiettivo: monitorare tutte le fasi
di questa vicenda. E soprattutto vigilare sugli organismi coinvolti:
dall’Asl alla Regione, passando per il Campidoglio. Sull’acqua
batteriologicamente e chimicamente contaminata al momento, il ministero
può verificare che i prelievi di Asl e Arpa siano rapidi e con responsi
veloci. Dal palazzone di Lungotevere Ripa la chiamano «moral suasion»:
fare in modo che si diano più velocemente risposte ai cittadini sul
servizio (che ora non c’è) e soprattutto certezze sui rischi sanitari
concreti. Non ci sono infatti solo i valori fuori norma dell’arsenico su
cui vigilare, ma anche il possibile «allarme amianto nelle tubature
degli acquedotti Arsial», come denunciato dagli allevatori delle zone
interessate, gli stessi che producono latte e derivati, pronti a essere
messi sul mercato. Una situazione, insomma, complessa e da non
sottovalutare. Anche perché la Asl Roma E sta cercando di capire
eventuali nessi tra l’acqua inquinata e le morti per cancro in questa
porzione della Capitale. Vietato prendere il dossier sotto gamba,
insomma.
LE ANALISI
Per una questione molto italiana legata alle competenze burocratiche,
tutti i riscontri scientifici per il momento sono condotti dai «livelli
territoriali», come li chiamano dal ministero. E quindi Asl e l’Arpa
(un’altra agenzia regionale). Allo stesso tempo però, non è escluso che
le provette d’acqua malata vadano a finire direttamente nei laboratori
dell’Istituto Superiore della Sanità, gestiti appunto dal ministero. Ma
per accadere ciò dovranno essere gli enti regionali a pagare il conto.
Così è in tempi di spending review malata di burocrazia. Tuttavia questo
non vuol dire che il ministro Lorenzin non monitori «con la massima
attenzione» la situazione, scoppiata nella sua Roma.
IL VERTICE
Si terrà, intanto, stamattina all’Istituto Zoo-profilattico sperimentale
il summit dei veterinari per fare il punto sul latte a rischio arsenico
negli allevamenti di Roma Nord coinvolti nel disservizio. Nel frattempo
ieri gli esperti della Asl Roma E hanno iniziato a fare una stima delle
aziende di allevatori che potrebbero risultare coinvolte dall’emergenza
arsenico perché allacciate all’acquedotto regionale dell’Arsial al
centro dello scandalo.
I numeri sono di tutto rispetto: si parla di migliaia di mucche
interessate dall’acqua contaminata. Il dipartimento Prevenzione della
Asl giovedì scorso ha mandato i propri ispettori a campionare il
prodotto dei bovini di Tragliatella e degli altri quartieri che fino
alla settimana scorsa si sono serviti dell’acqua fuori legge distribuita
dall’impianto della Regione Lazio. Acqua all’arsenico con cui questi
animali si sono abbeverati per decenni. I controlli dovranno accertare
se anche all’interno del latte possano esserci livelli superiori ai
limiti di legge e se questo possa avere avuto conseguenze sui
consumatori che hanno ingerito il prodotto imbottigliato o sotto forma
di mozzarelle, ricotte e latticini. I campionamenti del latte realizzati
dalla Asl verranno ora elaborati nei laboratori dell’Arpa Lazio e
dell’Istituto zoo-profilattico, nei prossimi giorni sono attesi i
risultati degli esami. «Sicuramente entro la settimana», assicurano
dalla Asl che, come detto, ha anche «il fiato sul collo» da parte del
ministero della Salute. Una volta terminato il censimento delle aziende
agricole della zona potrebbero partire nuovi controlli a tappeto e nuovi
campionamenti.
LA ASL
Ieri il direttore generale dell'Asl Roma E, Angelo Tanese, ha
sottolineato che l'azienda sanitaria locale sta procedendo a effettuare
tutti gli approfondimenti di competenza necessari «anche sulla base
delle comunicazioni di altre istituzioni, al fine di tutelare al massimo
la salute dei cittadini». Il tutto con la supervisione, discreta ma
fattiva, del ministro Lorenzin. Che ai suoi collaboratori continua
ripetere un concetto chiaro: la soglia d’attenzione è massima.
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martedì 11 marzo 2014
Acqua all'arsenico, il dossier arriva al ministero della Salute.
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