domenica 8 marzo 2015

Nasce l'Intergruppo per la legalizzazione della marijuana. Della Vedova: "Ecco la lettera che invio a tutti i colleghi"

DELLA VEDOVAOggi, nella casella email di tutti i deputati e i senatori, arriverà una mail. L'inizio suonerà più o meno così: "Caro collega, cara collega, ti invito a iscriverti e a partecipare all'Intergruppo parlamentare per la legalizzazione e la depenalizzazione della marijuana. Firmato: Benedetto Della Vedova". 


"Fra poco lancerò la proposta con una lettera a tutti i colleghi - spiega il sottosegretario agli Esteri, senatore recentemente fuoriuscito da Scelta Civica - Lo farò a titolo individuale, come semplice parlamentare e non come membro del governo, per creare un momento di catalizzazione e riflessione sulla materia. L'Intergruppo è lo strumento ideale per togliere tutti gli elementi 'partisan' alla proposta, che incrocia trasversalmente l'interesse di tanti colleghi".

Il suo impegno per la legalizzazione delle droghe leggere non è di certo una novità.
È una riflessione che parte almeno da vent'anni fa. Il 27 agosto del 1995 venni arrestato dopo un atto di disobbedienza civile. Con Marco Pannella e Rita Bernardini simulammo la cessione gratuita di marijuana. Allora, per tutti quelli che non sanno come funziona quel mercato, sembrò una provocazione.

Non lo era?
In parte sì, ma vent'anni dopo basta vedere l'esperienza di molti degli stati americani per capire che quella è la direzione giusta. Washington State, il Colorado, Washington Dc. La strada è quella del referendum che coinvolga la cittadinanza, e la risposta è sempre la medesima. In alcuni casi non si parla solo di depenalizzazione, ma di legalizzazione, che da sempre è il nostro obiettivo. Il tutto viene realizzato con una forte e decisa regolamentazione, un fermo controllo e campagne di dissuasione. Ma anche con una tassazione che porta introiti notevoli alle casse dello stato.
Un modo per rilanciare l'economia?
Gli esiti sono molto positivi. Anche oltre le attese per i bilanci di quegli stati. Con quei soldi si sta investendo per le strutture scolastiche e per l'abbassamento della tassazione. Per di più non si registrano incidenti legati alla legalizzazione, e si risparmia notevolmente dal punto di vista della gestione delle carceri, la riduzione dei processi e l'impiego della polizia.
Tre elementi sottolineati anche dall'ultima relazione della Direzione nazionale antimafia.
La relazione della Dna scolpisce nel marmo considerazioni lucidissime sul fallimento della strada della repressione.
Lì però si parla piuttosto di depenalizzazione.
Sì, e il richiamo è al legislatore, perché valuti di intraprendere una strada diversa da quella che oggi reprime l'uso e il consumo. L'obiettivo deve essere la legalizzazione, sia dell'uso che del consumo. Non è un'idea strana. Due mesi fa, per esempio, l'ha sostenuta Roberto Saviano, con due pagine su Repubblica. Il senso è quello di togliere un pezzo di economia, paragonabile a quello che produce tabacco e alcolici, alla criminalità organizzata, che sia anche una preziosa risorsa dal punto di vista economico e occupazionale.
Dunque proporrà un Intergruppo per la legalizzazione delle droghe leggere?
Sì, oggi invierò una lettera a tutti i singoli parlamentari con la quale li inviterò ad aderire all'intergruppo. L'obiettivo è quello di creare uno strumento non partitico che raccolga i tantissimi parlamentari che la pensano come me, per arrivare a formulare una proposta di legge che parta da quelle considerazioni. Una proposta trasversale, che non abbia un colore politico, ma che sia un'operazione di legalità. Per questo l'Intergruppo, che avrà un suo coordinatore e un organo di coordinamento, è lo strumento ideale per togliere tutti gli elementi 'partisan' alla proposta.

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