2 milioni di grazie a tutti – e siamo stati tanti – quelli che si sono spesi in questi tre mesi.
Tra un’ora verranno consegnate in Cassazione 515mila firme a quesito referendario.
Un’infinità, ma non sufficienti per stare veramente tranquilli. Firme
raccolte sul campo, “mangiando polvere” ai banchetti, parlando con le
persone, resistendo alle obiezioni, convincendo, raccogliendo
entusiasmo, scetticismo, perplessità, ostilità, speranza, gratitudine.
Primavera metereologicamente inclemente, gli ultimi giorni di estate
torrida. Siamo stati capaci di richiamare l’attenzione di tanti
cittadini su un tema, quello della scuola, che troppo spesso è stato
dimenticato.
I
numeri ci dicono che ciò che è mancato – ciò che sarà mancato, se
l’obiettivo dovesse non essere ratificato – sono proprio gli insegnanti:
750mila in Italia. Le cifre e le firme raccolte direttamente sui
banchetti ci dicono che molti di loro non hanno risposto al nostro
appello. E’ un monito: la 107 sta entrando nell’orizzonte mentale e
nella cultura – dopo l’urlo di rifiuto della scorsa primavera – dei
docenti italiani. Di questo parleremo, discuteremo. Discuteremo di come
un referendum possa fare a meno di una precedente mobilitazione
significativa e profonda, che tenga deste coscienze e intenzioni nelle
scuole. Discuteremo del silenzio quasi totale di partiti e
movimenti che – al netto di collaborazioni episodiche su singoli
territori e fatta salva Rifondazione Comunista, che ha quasi ovunque si è
messa al servizio, secondo le proprie possibilità - hanno taciuto, chi
per comodo, chi per ignavia e incapacità, di fronte ai nostri ripetuti
appelli.
Ci
sarà il momento per fare bilanci; e prego sin da ora, se possibile, di
evitare la disamina delle situazioni di casa propria, della singola
collaborazione – mancata o no – del singolo partito. Della maggiore o
minore operatività, efficacia e incisività del singolo sindacato. Da
Roma, che come città da sola raggiunge un risultato eccezionale, pari
quasi all’obiettivo dell’intero Lazio, e dalla personale esperienza di
un banchetto al giorno tutti i giorni tranne 4, con fino a 3 banchetti
nei fine settimana, nonché di tutte le riunioni del comitato nazionale,
il punto di vista è stato abbastanza ampio per comprendere la
complessità del Paese e le “geometrie variabili” con cui i territori si
sono organizzare; per sapere che qualcuno di noi ha lavorato da solo,
che altri hanno saputo/potuto creare collaborazioni eccellenti. Infine,
che c’è chi non ha risposto.
Di tutto questo, ripeto, si troverà modo di parlare.
Ma
questo è il momento di congratularci ed essere orgogliosi per il lavoro
fatto da tanti comitati Lip sul territorio nazionale. Questo è il
momento di riposarci, raccogliere idee ed energie per tornare a
settembre consapevoli che ci attende la madre di tutte le battaglie:
quella del referendum costituzionale, dal quale si dedurrà il futuro
più, meno o affatto democratico del Paese. Questo è il momento di
ri-pensare la scuola che vorremmo e trasfonderla nella nostra Lip che
verrà. Infine, il momento di dire/dirci che – comunque andranno le cose –
quest’anno di lavoro (il 12 luglio dello scorso anno la prima assemblea
deliberante) indefesso e tutte le relazioni profonde che sono state
create tra noi non devono essere vanificate, rinforzate come sono state
da questa esperienza.
2 milioni di grazie, dunque.
E a presto.
*LIP, comitato promotore referendum
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