mercoledì 21 giugno 2017

Smartphone come cocaina per i bambini, il sexting è normale per le ragazzine

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«Io lo dico sempre: quando ai figli si danno tablet o smartphone, in realtà si sta dando loro una bottiglia di vino o un grammo di cocaina».
Non va tanto per il sottile Mandy Saligari, direttrice della Harley Street Clinic di Londra e una dei maggiori esperti di dipendenze, quando deve esprimere la propria opinione su quei genitori che danno apparecchi elettronici ai propri bambini.

La dipendenza generata nei giovanissimi da smartphonee tablet non è una fissazione della dottoressa: è comprovata da uno studio, recentemente pubblicato, dal quale emerge come ormai anche per bambini di tre o quattro anni sia normale passare in media, ogni settimana, sei ore e mezza collegati a Internet.
L'abitudine all'uso di quegli strumenti - spiega la dottoressa Saligari - fa sì che alcuni comportamenti pericolosi non siano percepiti come tali: per esempio il sexting, ossia l'invio di immagini e selfie a contenuto erotico o sessuale, per molte ragazzine di tredici anni è ormai una pratica comune, assolutamente normale, e diventa sempre più frequente con l'avanzare dell'adolescenza.
Il problema di fondo è che fin troppo spesso i genitori cedono alle richieste dei propri figli, i quali desiderano il telefonino. La dipendenza che si sviluppa, però, sarebbe del tutto analoga a quella generata da sostanza come la droga o l'alcol.


«Perché poniamo meno attenzione a queste cose, rispetto a quanto facciamo per la droga o l'alcol, quando a livello di impulsi cerebrali il funzionamento è lo stesso?»si chiede la dottoressa.
Per questo motivo è importante limitare il tempo passato davanti allo schermo: maggiore è il tempo e più facilmente nel cervello dei giovani si genera il "bisogno" di continuare a servirsene.
Tutto ciò ha conseguenze nel mondo reale. Non soltanto l'eccessiva frequentazione del web ingenera nelle giovani menti un'idea distorta di come funzionino le relazioni interpersonali, ma spesso espone i ragazzi a comportamenti inappropriati che possono sfociare in vere e proprie molestie.
La dottoressa Saligari rileva come il numero dei suoi pazienti tra i 16 e i 20 anni che lamentano una vera dipendenza dallo smartphone (o dalt ablet) è di molto aumentata negli ultimi dieci anni: ormai due terzi dei suoi pazienti in quella fascia d'età ne soffre.
Inoltre,«Tantissime mie pazienti sono ragazze di 13 e 14 anni coinvolte nel sexting, e lo descrivono come "completamente normale"». Diventa«sbagliato»soltanto se un genitore o un adulto lo scopre.


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